Ieri ho fatto tardi in ufficio e ho perso la proiezione delle sei e mezza. Pensavo di fare un giro al centro commerciale e andare al cinema due ore dopo. Invece mi è venuto in mente che avrei potuto andare a studiare un po’. Magari non a casa, ma in biblioteca universitaria. Resta aperta fino a tardi proprio per consentire di usare le aule studio.
Ci credete alle coincidenze? In quel momento arriva il messaggio di Roberta: è in biblioteca a studiare, mi va di raggiungerla? Mi andava.
Era stata una giornata nebbiosa, ma ora la visibilità era migliorata. Dirigendomi verso l’Università, nella timida foschia, ho visto un fenomeno consueto ma sempre spettacolare. Sul parapetto di cemento, lungo l’Adige, per tutta la sua lunghezza, i gabbiani stanno in fila a distanze regolari. Decine e decine di uccelli immobili come decorazioni, tutti nella stessa posizione, senza interruzione, a una ventina di centimetri l’uno dall’altro per alcune centinaia di metri. Per fortuna il semaforo era rosso, altrimenti avrei rischiato una distrazione pericolosa.
Avrei voluto avere con me la macchina fotografica.
Ho raggiunto Roberta e siamo rimasti a studiare fino alle undici, più o meno. Con classica pausa caffé e dividendoci una piadina vegetariana. Tra cinquant’anni non ci saremo più, dimenticati dal mondo: perché negarci ora questi piccoli piaceri? Mangiala tutta! Roberta ha riso, ha detto che è vero e mi ha dato metà piadina.


conclusione perfetta. Sia la tua considerazione che la piadina intendo 😉
ciao marina
Oh molto vero, sono belli questi piaceri piccini. Mica uno pensa che ne so, alle cose pazzesche tipo romeno e giulietta, le code delle balene ner sud delle americhe (io ci ho stodesiderio di andare a vedere le balene in sudamerica…nun fa battute:))) cose piccirilline.
Le piadine.
la chiacchiera alle sette di sera con un amico che non vedi da un po’
ciao:)