figura sfocata di donna

Allora ci sentiamo

Più tardi. Sono passate alcune ore. La tensione mi sta srollando addosso tutta insieme. Devo star seduto, avverto una forte sonnolenza, un leggero mal di testa e la sensazione di vuoto, come se avessi perso qualcosa senza speranza di ritrovarla.

Dopo le ultime note, ho chiuso il moleskine e messo la penna nella tasca interna della giacca. Mi sono alzato e avvicinato agli altri. I nostri sguardi si sono incrociati: Serena mi ha visto. Esauriti i convenevoli coi parenti, quando tutti si sono mossi per scendere di sotto, lei è rimasta un po’ indietro e abbiamo potuto parlare.

“Come è andata?”, ho atteso che lei si rivolgesse a me per rompere il ghiaccio con una domanda scontata, ma proprio per questo innocua.
“Centodieci e lode, ma non ho fatto una bella esposizione, mi sono confusa.”
“Certamente non te l’hanno regalato.”
Fino a pochi mesi fa conoscevo dettagliatamente il suo lavoro di ricerca e le complicazioni per trovare le informazioni che le servivano. Finché ancora mi raccontava le cose.

“E invece sì, perché…”
“Dai, sei stata brava, lo so io e lo sai anche tu… ” Mi sono fermato.
“Beh, ora io vado via, ma prima devo…’
“Anche noi dobbiamo andare via.”
“Devo darti… ho qualcosa per te.” Ho estratto il pacchetto dalla tasca, lei ha assunto un’espressione infastidita.

“Ma no… perché? Non dovevi farlo.”
“Per me era importante.”
Quando ha preso il pacchetto, eravamo già al commiato.

“Ci sentiamo?” Le chiedo
“Ci sentiamo”, risponde senza troppa convinzione.
“Cosa vuol dire, che posso farmi sentire… oppure aspetto…”
“Aspetta.”
La sua espressione era quasi un sorriso. Non so dire se fosse di scherno.

Ci siamo salutati così, ma invece di lasciarci, abbiamo preso la stessa direzione, verso la scale. Per evitare l’imbarazzo, lei m’ha domandato del lavoro, se fossi ancora disoccupato e le ho detto del nuovo lavoro. Due piani in discesa e mi è parso di tornare a quando uscivamo insieme.

Al piano terra c’erano i suoi parenti. Lì ci siamo separati.
“Allora ci sentiamo”
Mi ha guardato: “Sì, ci sentiamo così mi racconti del lavoro.”
Quella frase l’ho sentita come fosse una bugia. “Ciao”, “ciao e complimenti”, “Grazie”.

S’è voltata di là ed è andata via.

Nella stessa serie<< Trepidante attesaIl nostro piccolo segreto >>

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