Riassumendo, Anna mi invita a uscire insieme e io rinuncio per questa serata di merda. Che stronzo, eh? Quel coglione di Massimo, lo stesso tizio con cui ho già litigato, quello che non voleva obbedire alle indicazioni di regia, ha sollevato una nuova polemica contro di me.
Prima di uscire ho preso un caffè. Di norma lo evito, alla sera, ma ero letteralmente a pezzi, più nella mente che nel fisico. Per la prima parte della sera, comunque, ho potuto limitarmi ad osservare. Una delle attrici esibiva un decolléte appariscente che mi ha fatto notare la somiglianza fisica con Anna. Pensavo alla piacevole parentesi del pomeriggio. Mi era evidente che avrei voluto essere altrove.
Andrea e Veronica erano presenti entrambi. Avendo rotto da pochi giorni, avrei compreso se invece… Lui ne aveva l’espressione segnata, ma l’ho visto già meglio. Insomma, andava tutto bene, finché Massimo ha deciso di rompere le scatole.
La settimana scorsa ho corretto una posizione durante la coreografia con le spade, per evitare incidenti (usiamo spade di scena, ma sono di metallo). Lui stasera ha deciso che “non è così che si fa una scena”. Ho provato a spiegare nuovamente il motivo, ma lui non aveva alcuna intenzione di ascoltare.
Ai suoi insulti ho risposto sottolineando la sua assoluta inesperienza teatrale e la mia competenza, acquisita in oltre un decennio di pratica. Ma non c’era spazio per la ragionevolezza. Aveva voglia di creare problemi, non di cercare soluzioni.
Le prove si sono interrotte così. Ho fatto uscire tutti, chiuso la sala e sono andato via senza dire niente.
Pedale premuto nervosamente, rabbia cieca, desiderio di tranquillità e di uno sfogo. Ho girato un po’ a piedi, in centro, per calmarmi, prima di tornare. Ero quasi a casa quando suona il telefono. Andrea. Mi chiede come stai, non prendertela troppo. Gli dico quello che penso di Massimo. Ho provato tutte le strade per trovare un dialogo. Ma è evidente che non intende dialogare. Andrea capisce, concorda, mi augura buonanotte.