figura sfocata di donna

Non avrei dovuto saperlo

Venerdì, andrei volentieri all’Università per rivedere Anna, ma devo restare in ufficio anche per pranzo.
Dopo cena Massimo è venuto a bussare alla mia porta. Mi chiede scusa per la sua “reazione eccessiva” di ieri sera. Gli dico che accetto le scuse, ma che dal momento in cui mi sono reso conto che lui non è in grado di affrontare una discussione senza “eccedere”, d’ora in poi eviterò di parlare ancora con lui.
Mi dice che dopo il prossimo spettacolo lascerà la compagnia. Io ne prendo atto, senza aggiungere nulla.

Sabato. Mattinata passata con Andrea. Mi ha chiesto consigli per comprare un portatile. Abbiamo pranzato da lui e nel pomeriggio gli ho configurato l’accesso a internet e la posta elettronica.
Prima di cena passo al centro commerciale per alcuni acquisti. Al bar c’è Alberto, è di spalle, lo saluto. Lui mi chiede se ho sentito Serena, di recente. Io capisco di cosa parla. C’è rimasto male perché non ha saputo niente della laurea. Gli spiego che lo sapevo, ma lei mi aveva chiesto di non dirlo.
“Stasera passo di lì solo per dirle che è stata una stronza…”, dice ridendo
“dov’è che passi?” Lui mi spiega come arrivare a un locale.
“Cosa c’è in quel locale?”
Serena ha invitato lui e gli altri alla festa per la sua laurea. Vieni a mangiare una fetta di torta, pare abbia scritto nel messaggio. O qualcosa del genere.
Sono in imbarazzo quando gli dico che non ne so niente. Non sa degli ultimi sviluppi tra noi ed è un po’ sorpreso. Dice che le porterà anche il mio disappunto, oltre al suo. Ne ridiamo, ma sono morto dentro.

Faccio i miei acquisti e non torno a casa. Giro in macchina fino a sera inoltrata. Non ho voglia d’uscire, non ho più un umore. Cosa faccio? Non posso chiamarla, però vorrei farle arrivare almeno una briciola del male che mi ha fatto. Un messaggio, magari. Le parole arrivano da sole, mentre guido: “Immagino che io non avrei dovuto saperlo, e invece… Buona serata.”
Spedisco e la delusione diventa insopportabile.

Non ci trovo alcun senso. Ero l’unico a sapere della sua laurea, e ora scopro che invita tutti alla sua festa, tranne me. Non devo far parte di questo momento della sua vita.
Forse ho commesso errori, ma vorrei sapere quali. Non ho mentito, né ho mai inteso farle del male. Non credo di meritare questo trattamento e non me l’aspettavo da Serena. Non riesco a crederlo, eppure è così. Mentre sto scrivendo queste parole, lei è in qualche posto con i nostri amici a festeggiare. Serena mi ha chiuso fuori dalla sua vita da un giorno all’altro e non conosco il motivo: questi sono i fatti. Penso che quella che ha condiviso con me così tanto in questi anni, non fosse la stessa persona.

Racconto questa sera di merda per non dimenticarla. Perché questa occasione era importante anche per me, che le volevo bene e non sarà mai più recuperata. Resterà nella mente come una ferita aperta. Sta avvenendo adesso e non c’è rimedio.
Che cosa succede? Sono davvero un tale mostro da essere trattato in questo modo? Inseguivo un’amicizia che non è mai esistita? Oppure sto assistendo alla sua agonia?

Si può continuare a fidarsi delle persone care dopo un momento del genere? Se non fosse possibile, avrebbe ancora senso l’umanità? Si può desiderare di lasciarlo, un mondo così.

Nella stessa serie<< Serenità non abita più quiE resta tutto da capire >>

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