La passione del fondista

La fretta si spegne, la passione no.
Sono giorni intensi ma cerco di viverne ogni istante. Sono sensazioni che avevo dimenticato al punto da sentirle nuove. Come quando assaggi una certa pietanza e il sapore, in una scossa, ti ricorda un sapore dell’infanzia che non hai mai più provato. Cercavo di gustarmi ogni morso, anche a costo di portare per sempre sulla pelle il segno dei denti.

Piano, quindi. Voglio spegnere la fretta. Ieri sera non ho voluto parlare, anche avendone tempo e occasione. Abbiamo iniziato la serata lavorando sulla colonna sonora, poi abbiamo raggiunto gli altri per le prove.

Prima di lasciare la stanza, lei ha esitato. Ero sulla porta, mi ha guardato e stava per dire qualcosa. Si è fermata. Stavo per chiederle “cosa…”
“Niente, andiamo.”

All’aperto siamo stati assaliti da nugoli di zanzare. Anche cosparsi di odorosità repellenti agrumate, nessuno ne è uscito illeso. Poi è iniziato il temporale. Ho messo in salvo il portatile e siamo corsi al coperto. Gli insetti molesti, pure.

A metà serata mi sono ricordato che dovevo chiamare Serena, nel pomeriggio. La cosa mi ha sorpreso. Come ho potuto dimenticarmi di lei?

Alla fine sono tutti sciamati via in un attimo. In sala è rimasta solo Laura. E ancora una volta mi sono convinto che non sia successo per caso. Mentre uscivo, mi sono reso conto che aspettava una mia parola. Con una scusa sono tornato indietro. Lei era ancora ferma accanto al tavolo, ma aveva già cambiato umore.

“Che c’è?”
“Niente… manchi solo tu: ti aspetto.”
“Arrivo, arrivo.”
Ed è arrivata.

La fretta s’è spenta. Forse è la consapevolezza che mi aspetta una disillusione. Forse è paura di ciò che accadrà. Forse è solo stanchezza.

La passione, invece, non si placa. Cambia aspetto, costume, maschera, ma è sempre qui a danzare. Allora trovo comodo fermarmi a guardare lo spettacolo. Prima della delusione finale.