Ogni sera ci vediamo, sia per le prove di qualche spettacolo o per attività collegate. Ogni volta mi sforzo per concentrarmi. Poi arriva la scena dell’incontro notturno. Le tengo la mano tra le mie, ci guardiamo negli occhi, ci confessiamo il nostro reciproco desiderio che ancora per poco non sarà soddisfatto. E dopo, torniamo alla realtà.
La scena successiva lei fa la stessa cosa con Paolino. E preferirei di no.
A settembre ci sono due date, con tutti e due gli spettacoli in repertorio. Quindi doppie prove. Laura se ne esce con nuove idee tutti i giorni, ma io non sopporto più questa situazione e ancora meno l’idea di dover nuovamente condividere il palco con quei lavativi dei nostri attorucoli. Ho pensato a questa compagnia senza di me. Soltanto un pensiero di passaggio, ma c’è stato.
Mi sento meno coinvolto in alcune decisioni. Laura cambia le cose senza avvisarmi, oppure ne parla con il Secco. Se fosse davvero così, potrei riconsiderare il mio impegno. Dopo tutta la fatica e l’impegno che ci ho speso, non mi faccio mettere da parte adesso che le cose funzionano. Non sono uno dei tanti. Questa compagnia non esisterebbe senza di me, cazzarola.
Mi è capitato di ascoltare discusisoni tra Laura e Paolino dalle quali vengo a sapere come la compagnia si stia muovendo per trovare altre date. A me, che mi ero offerto più volte per questo incarico, Laura non aveva risposto o aveva rimandato dicendo che non era il momento di muoversi o che ne avremmo parlato “in un altro momento”.
Invece hanno agito di nascosto.
All’incazzatura per non avermi detto niente si aggiunge quella delle risposte evasive alle mie richieste di saperne di più. E se provo a chiedere a Paolino, lui mi dice che devo chiedere a Laura.
Mi stanno escludendo.
Che merda.

