Bene, così ti parlo subito, ha detto lei.
Ci siamo incontrati quasi tre ore prima delle prove. Per caso. Stavamo andando a vedere lo stesso film. Ha cominciato subito a parlare. Breve, sintetica e definitiva: dopo le repliche già in programma, la compagnia chiude.
Ho preso queste parole per quello che sono. La proclamazione di un fallimento, il suo.
Messa con le spalle al muro, poteva solo costringermi a lasciare. Ma senza di me non andrebbe lontano e dovrebbe chiudere per incapacità. Così annuncia lo scioglimento della associazione per poter incolpare un po’ tutti, tranne se stessa.
Ipocrisia e vigliaccheria, in pieno accordo col personaggio.
Ho tralasciato questo punto per chiederle se c’è qualcosa di non corretto nella mia ricostruzione. Lei ha parlato di presunte “cattiverie” da parte mia, senza chiarire a cosa si riferisse. Ho insistito: la mia è una ricostruzione di come sono andate le cose: c’è qualcosa di sbagliato? Domanda che Laura non vuole commentare. Si limita a ripetere la sua accusa di cattiveria.
Non intacca la mia ricostruzione. Lei mi ha usato e adesso che ha raggiunto i suoi scopi, può buttarmi via. Non riesce a contestare questi fatti. Se ne esce con frasi tra l’infantilismo e la prepotenza.
“La compagnia è mia, sono stufa dei problemi, quindi si chiude, ma prima le repliche si devono fare perché ho preso impegni”.
“Hai” preso impegni. Non “abbiamo”.
Rigidamente refrattaria a dare e ricevere spiegazioni, chiude la discussione. Entriamo nella sala e ci perdiamo di vista. Non l’ho cercata nemmeno all’uscita, più tardi.
Ho seguito il film, la trama, i dialoghi con poca attenzione. Consideravo questa nuova situazione, che peraltro non arriva inattesa.
Non ho dubbi che sia una decisione presa solo per eliminarmi dal gruppo. Magari fra qualche mese riprenderà chiamando gli altri per lasciarmi fuori. La presa in giro finale.
Mi chiedo se sia opportuno che io partecipi ai prossimi spettacoli. Non ne ho alcuna voglia. Mi ha già anticipato la sua vigliaccata: che faccio, l’assecondo senza reagire? Gli spettacoli si devono fare solo perché lei ha preso impegni senza consultare nessuno? Per quale motivo dovrei farle questo favore? E con che stato d’animo?
Ho dato la mia parola, quando mi sono assunto l’impegno, ma è una parola che lei ha tradito senza troppi riguardi, quindi non ritengo di esserne vincolato. Allora no, non posso farmi trattare così. Se lei ha deciso di chiudere, allora chiudiamo da stasera stessa. Lo spettacolo di sabato? Le penali da pagare ai teatri? Cazzi suoi. La compagnia è sua, i problemi li ha creati lei, che li risolva o paghi da sola. Se non vuole il mio aiuto, non lo avrà.
***
Il film è finito, gl’incubi no. Sono tornato in ufficio, che stasera possiamo usare per le prove. Virginia è già arrivata, entro mezz’ora arriveranno il Secco e Laura. Sono tentato di parlare subito con lei, ma dico soltanto che non è più tanto certo che faremo lo spettacolo.
Poco più tardi, eravamo tutti presenti, Laura ha dato ordine di iniziare le prove. Io ho detto “No”.
Silenzio. Interrogativi muti.
“No, non cominciamo le prove. C’è un problema da risolvere, prima.”
È iniziata qui una velenosissima discussione. Per la prima volta ho usato toni molto duri verso Laura, senza nascondere niente del mio malessere. La tentazione continua era quella di andare via. Soprattutto all’inizio, quando Laura ha rifiutato di discutere la sua decisione unilaterale di sciogliere il gruppo e di non voler più avere a che fare con me. Mi sono imposto di restare.
La presenza di Virginia e del Secco è stata determinante. Per la verità, Paolino non ha capito un cazzo come al solito ed è intervenuto a casaccio.
Virginia è riuscita a far calare la tensione. Ma da Laura non sono arrivate le parole che voglio sentire. Resta valido – e senza risposte – tutto quello che ho scritto. Resta l’orgoglio sanguinante, restano le sue incommentabili e imperdonabili frasi di ieri sera: “…Allora fatti una compagnia tua!” “Sei stato tu ad offrirti, non ti ho obbligato ad aiutarmi” “Il problema sei tu!”…
La calma è tornata che era quasi mezzanotte. Da parte mia, come sempre, io continuerò ad essere onesto e leale. Ciò che è giusto non cessa di esserlo a seconda delle convenienze. Lei pretende obbedienza e sarà sleale come sempre, ne sono certo.
La nottata è stata una lunga veglia. Soltanto dopo le sei sono riuscito a chiudere occhio. Farò gli spettacoli che mancano, ma non per questo accetto il suo modo puerile e violento di affrontare i problemi. Lei scioglierà la compagnia per finta e la rimetterà insieme quando io sarò fuori causa. Perché non ha nemmeno il coraggio di ammettere le sue stesse intenzioni.


Ho letto 2 volte questo tuo post (ho spento anche la musica per prestare più attenzione)… Vista la situazione non so se al posto tuo riuscirei a fare cmq gli spettacoli. Visto il mio caratterino credo che alzerei un muro alto e spesso… ma non servirebbe a farmi smettere di pensare a tutti gli avvenimenti…
(non so quanto capirai da questo mio commento… Ti ho scritto di getto quello che mi sta passando per la testa)
ALLUCINANTE! non riesco a dire altra parola! Ma che egoiosta e`? Bhe… per abbassarsi al suo livello, ci sarebbe da lasciarla con la “sua compagnia sciolta” anche per i cosiddetti impegni “presi”.
Non sai quanto ti capisco. Un saluto.