Sabato, verso l’una del pomeriggio. Ho appena terminato il giro di commissioni settimanali, quelle cioè che si rimandano tutta la settimana e poi resta il sabato mattina per fare tutto.
Suona il telefono, riconosco il numero di mio padre.
“Pronto?”
“Pronto, senti, volevo sapere una cosa…”
“…”
“Ma tu oggi hai intenzione di andare a Vicenza?”
“Perché, dovrei andare a Vicenza?”
“Non lo so…”
“…”
“Volevo solo sapere se saresti andato a Vicenza…”
“Sono anni che non vado a Vicenza!”
“No, è solo che se oggi devi andare a Vicenza è meglio che vai in un altro giorno… lo sai che oggi c’è una manifestazione?”
“…”
“…”
“Lo so che c’è la manifestazione. Se avessi deciso di partecipare sarei già là. Se poi avessi dovuto andare a Vicenza per altri motivi, non sarei andato comunque proprio oggi, ti pare?”
“No, ma era solo un dubbio che mi era venuto. Volevo chiedertelo per stare tranquillo…”
***
Mi ha ricordato di quando all’Università facevo politica. Le campagne elettorali, le assemblee, quella cosa che mi piglia il respiro quando devo parlare in pubblico. Ché poi passa appena cominci a parlare e fai due battute e il pubblico ride. E poi il trepidare del giorno delle elezioni, l’attesa del risultato, il festeggiare coi compagni. Sì, compagni.
Ogni volta, poi, si finisce per contare le sedie nei consigli per calcolare di quali e quanti appoggi servono per approvare una cosa o l’altra. Il balletto dei numeri, il mercatino degli uomini.
Sabato, verso l’una e mezza del pomeriggio mi sono ricordato che non mi occupo più direttamente di politica perché la politica mi appassiona ancora.

Anche a me piaceva così tanto la politica, poi mi sono disinamorata però mi mancano anche a me i comizi preelettorali, i pomeriggi in sezione ad aspettare le urne che si aprissero… Altri tempi, altra politica.
Ciao
CLio
Anche a me piaceva così tanto la politica, poi mi sono disinamorata però mi mancano anche a me i comizi preelettorali, i pomeriggi in sezione ad aspettare le urne che si aprissero… Altri tempi, altra politica.
Ciao
CLio
Ma insomma! La politica è una cosa che si fa. Non è stare lì a guardare gli altri se la fanno bene, come una squadra di calcio. E’ proprio quando si fa il gioco delle sedie che bisogna esserci per dire di no e no.
Peccato che non ci fossi, a Vicenza, è stata una manifestazione bellissima.
E., aspettavo esattamente questo tuo commento, e sono d’accordo col tuo modo di vedere.
Non ho smesso di essere in campo, in questo senso. Non mi sentirei al mio posto seduto tra il pubblico.
Mi sono però allontanato da certi ‘schemi di gioco’, per tenere la tua metafora. Non mi ci riconoscevo più. Il comportamento spavaldo e strumentale da parte dei soliti furbi carrieristi di partito mi ha spinto verso altre attività.
Per quanto riguarda la manifestazione, altre urgenze mi hanno inchiodato a Verona al mattino ed a Brescia nel pomeriggio, altrimenti…
Comunque sarei dovuto andare da solo, e confesso che questo elemento non mi ha spinto a far presto con gli altri impegni, o a rimandarli.
Si, forse avrei potuto esserci. Ma qualcosa non è più come prima… mi manca l’entusiasmo di un tempo, e lo sto ancora cercando. La passione no. Quella brucia ancora, fa tremare i polsi nelle discussioni ed indurisce l’espressione del viso… ma questi effetti collaterali penso che tu li conosca già.
Magari alla prossima festosa processione, chissà che non c’incontreremo… scambiandoci un simbolo di pace.
Dai, allora facciamo così che la prossima manìf vieni con noi bloggheri genovesi.
La processione non so… dall’ultima volta che mia cugina piacentina mi ci ha portato mi è squillato il telefono con “uforobò”, credo che abbiano diffuso le mie foto nelle parrocchie :-)))))
(in realtà per me le manifestazioni sono un ripiego)