figura sfocata di donna

Porta chiusa, porta aperta

Non ho saputo aspettare. Ho inviato a Serena un messaggio, le ho chiesto se sta bene, se ho fatto qualcosa di male, che mi sto preoccupando.

“Non mi va proprio di parlarne. Per favore, non insistere”
Nient’altro. Una risposta che ha l’aria di essere definitiva. Ma che non toglie nemmeno una briciola di questo tormento. Ma cosa le avrò mai fatto?

Ho pensato molte cose. Tra le altre, ho pensato di parcheggiarmi sotto casa sua per intercettarla quando esce. Ne ho perfino parlato con Laura, che mi ha detto “forse vuol soltanto stare per un pò per conto suo e allora è meglio aspettare”. Laura non capisce un cazzo.

Non so più cosa pensare, ma, qualsiasi cosa sia, devo pensarci poco. Ho degli impegni da mantenere. Dal gruppo di sciagurati della compagnia arrivano notizie pessime. Uno degli attori principali ha deciso di non proseguire. Però non ha parlato con noi per farcelo sapere: l’ha detto a uno degli attori, che lo ha racontato agli altri e così la voce è arrivata fino a noi. Un modo di fare assurdamente infantile che ci ha fatto incazzare non poco.

Un sostituto non lo possiamo trovare in pochi giorni, specialmente in agosto. Quindi è deciso: da lunedì prepariamo il nuovo spettacolo: quattro personaggi per quattro persone, noi, di cui possiamo fidarci. Non possiamo permetterci di rinunciare a queste date supplementari.

Gli altri, si fottano.

Nella stessa serie<< “Non ho voglia di parlare”Il teatrino dei sentimenti >>

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