figura sfocata di donna

Se non dormi, non ti svegli e ti scappa il blog.

Anche stamattina sono in ufficio da solo. Se non fosse per il fruscio delle ventole dei computer, il silenzio sarebbe assoluto. Fuori dalla finestra c’è un grande giardino. Nel giardino, ci sono alberi enormi che fanno ombra. Io ho gli occhi che mi bruciano, la sensazione che la terra sia fluida e le mani che tremano.

Ho dormito ancora pochissimo. E i tre caffé per svegliarmi mi fanno questo effetto. È inutile guardare il telefono ogni minuto. Non arrivano più in fretta le telefonate se li aspetto.

Sono solo le nove. D’estate le giornate sono più lunghe.

Devo trovare una scappatoia. Ho bisogno di una distrazione e, mentre ci penso, lavoro finché finisce il mattino. È quasi ora di pranzo e faccio una pausa. Piano, però, per non sudare. Apro sul browser il sito di un quotidiano. Leggo qualche titolo. Poi vedo la parola “blog”.

Non so cosa sia un blog. Ne ho sentito parlare ma non mi ci sono mai soffermato. Per uno che sviluppa siti web dovrei informarmi meglio. Clicco.

Per aprire un tuo blog devi avere solo un indirizzo email e un nickname. Vado su Yahoo, creo un nuovo indirizzo email, poi mi iscrivo a Kataweb e in soli sette minuti ho aperto il mio primo blog.

Anzi, è il blog di Virginio, che scrive la sua storia.

L’idea è divertente. In un attimo sto già scrivendo gli articoli – i “post” – le pagine del diario online di Virginio, insomma. Lui è uno che fa teatro, come me, scrive per il teatro e recita, come me. Le cose che gli accadono sono cose successe davvero, a lui, anche se, forse, non esattamente così.

Ma se io non sono lui, lui è il mio personaggio: e allora, questa storia è una storia vera oppure no? Francamente non m’interessa. Scrivo come mi piace scrivere e basta. Ogni somiglianza con fatti e persone reali è effettivamente una somiglianza.

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