Alla radio è passata “Wind of Change”, degli Scorpions. A Rosaria questa canzone piaceva tantissimo, ma non ricordava mai il titolo; la chiamava “la canzone che fischia”.
Rosaria fu la passione di due estati. Scriveva un diario usando un alfabeto ideografico che aveva inventato lei. Quando me l’ha rivelato, ho scommesso che sarei riuscito a decifrarlo in meno di mezz’ora. Allora scrisse una frase su un tovagliolino del bar col suo sistema e io traslitterai tutto in una decina di minuti.
Vento di cambiamenti. Era l’inizio degli anni ’90 ed era appena stato buttato giù il muro di Berlino; la Guerra Fredda era finita, le due Germanie uscite dalla Seconda Guerra Mondiale stava per riunirsi. C’era un clima di ottimismo, come quando ha appena smesso di piovere, l’aria è fresca e ti aspetti bel tempo per il resto della giornata.
Vento di cambiamenti.
Ieri sera ho comprato nuovi elastici per i capelli. Da qualche parte si deve cominciare e io comincio dalla testa. Solo tre euro per venti elastici neri. Penso che taglierò i capelli molto prima di consumarli.
Voglio andare a vivere da solo. Sono stufo di avere coinquilini fastidiosi. Con Chiara si andava d’accordo, ma il tizio che ha preso il suo posto è un cretino. È il prototipo stesso del Cretino da Appartamento. Magari ne parlerò più diffusamente un’altra volta.
Stamattina ho visto Tino, il capo di Milano, con il nuovo contratto per la firma. Il periodo di prova pro-forma indicato sul documento è di fatto scaduto all’inizio di febbraio. Adesso che sono tranquillo da questo punto di vista, posso cominciare a cercarmi un appartamentino in affitto.
Per sicurezza ho chiesto se la prima fattura, quella di gennaio, l’avevo compilata correttamente. Non che non sappia come si fa, ma la cifra mi pareva davvero enorme, rispetto a quelle cui ero abituato. Ma è quella pattuita, quindi va bene.
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Risento nella memoria la voce di Silvia ripetermi che devo avere più autostima.
L’ultima volta che ci siamo sentiti stava lavorando con un editore milanese per pubblicare il suo primo romanzo. Chissà che è successo dopo. Sono passati almeno tre anni.
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Voglio almeno un trilocale. Magari con una stanza abbastanza spaziosa per provare qualche scena. Ho voglia di spazio, fisico e mentale, dove scrivere e studiare, dipingere e far accomodare gli amici. Un posto tutto per me, come quell’angolo dietro la scrivania nera di papà, dove portavo le mie cose.
Però stavolta con l’ADSL.


Buonanotte Arnau, grazie della piacevole serata…
buona ricerca…e auguri per il contratto!
…Spazio per ospitare gli amici lontani! 🙂
Esatto! 🙂