figura sfocata di donna

La fine delle diplomazie

Certe volte ti viene il dubbio che una persona non si renda conto completamente di quel che fa. Perché se certe azioni fossero eseguite per scelta, e non per errore o sbadataggine, dovresti pensare molto male di quella persona.

E allora quel dubbio è l’unica cosa che salva l’opinione che hai di lei. Perché pensi che se non si è accorta di quanto sia stata offensiva, non ha davvero commesso qualcosa di tanto cattivo. O no?

Di solito risolvi cercando di immaginare… Come mi sarei comportato al posto suo? E no, io non avrei fatto niente del genere.

Ma allora perché sto cercando di difenderla anche adesso che ha offeso proprio me?

La serata di ieri inizia nel piccolo parcheggio sotto casa di Virginia. Sono in anticipo, così aspetto gli altri. Quando arriva Laura mi dice prima di tutto che avrei dovuto salire. Cerco una risposta seria, poi lascio perdere. Non mi ascolta e sembra infastidita dalla mia presenza.

Quando premo il bottone dell’ascensore, lei dice “io salgo a piedi”, e s’avvia. A questo punto, perplesso, vado su a piedi pure io. “Ma se preferisci, usa pure l’ascensore”, insiste.
Ho taciuto mormorando qualcosa.

Entriamo, salutiamo, poi immediatamente Laura estrae dalla borsa l’annuario delle compagnie e degli spettacoli e quasi urla che l’ha portato per mostrarmi qualcosa. Apre, sfoglia e poi mi dice: vedi? Su quella pagina c’è il nostro spettacolo e come autori ci sono i nostri nomi. E quindi?

Non ha capito un cazzo, evidentemente. Mi ha offeso il suo modo di fare, quella volta, con Davide, quando mi ha ignorato attribuendosi meriti che non aveva.
Ma lei ha pensato solo al nome stampato. Che persona triste.

***

Arriva Paolino. Colleghiamo la videocamera al televisore e guardiamo lo spettacolo. Tutto sommato è andato molto bene.

In un vecchio progetto all’università avevo preparato lo stesso testo con un gruppo di amici. Poi non arrivammo a fare spettacoli. Laura mi ha chiesto se a quel tempo avessi preparato lo stesso personaggio.
Non mi ricordo, perché?
Perché lo fai bene.
Ok.

Tra un riso, un lazzo ed un bicchiere di birra, arriviamo alla fine del filmato e ci complimentiamo a vicenda. Paolino va via quasi subito. Io mi trovo a parlare di lavoro col compagno di Virginia. Le due donne vanno a chiacchierare d’altro.

Si fa tardi. Aspetto Laura per andar via e liberare i nostri ospiti. Siamo a fine serata e mi sembra indelicato andar via lasciandola lì.
Lei non ricambia il pensiero. Sono già in piedi per avviarmi alla porta quando lei rientra nella stanza, raccoglie di corsa le sue cose e senza guardarmi nemmeno infila rapidamente le scale.

Ho una espressione perplessa, le dico che stavo uscendo pure io, Lei urla un saluto dal pianerottolo sottostante. Saluto Virginia e Gigi imbarazzati. La situazione è talmente assurda che fatico a capirne il senso.

Diventa completamente surreale quando Laura torna su perché ha scordato qualcosa. Mi passa davanti, non mi guarda, recupera ciò che doveva recuperare e cominciamo a scendere, stavolta insieme.
Il tempo di fare una sola rampa e lei corre di nuovo su ed entra in ascensore.

Arriviamo al piano terra quasi contemporaneamente. Usciamo in strada. Lei dice che piove, oddìo piove, piove, e corre via verso l’auto. In realtà c’è qualche goccia, ma non sta piovendo, ha smesso. Urla un “ci vediamo sabato” e va via.

Mi ha fatto sentire come un appestato. Ho desiderato che piovesse più forte, per bagnarmi davvero. Ma erano solo poche gocce, sulla camicia.

Dico che se avesse detto “corro via, è tardi, ciao”, tutto sarebbe stato più o meno normale. Invece questa sceneggiata patetica non so dire se sia stata più offensiva o più psicotica.

E’ riuscita a rovinare senza motivo una serata che doveva, e poteva, essere piacevole. Ovviamente, non mi ha chiesto nulla di Linda.

***

Mi viene voglia di chiamarla e rimproverarla, ma probabilmente sprecherei il mio tempo. E non voglio sentire ancora le sue scuse del cazzo, non voglio continuare a rincorrerla per due parole. Non posso essere io a insegnarle a essere adulta.

E adesso basta anche con la pietosa discrezione. Se non vuole affrontarmi da solo per non dover parlare, allora non mi farò più scrupoli a parlare in presenza di altri. Non ho nulla da nascondere o da tacere, io.

Nella stessa serie<< Domenica e lunedìParalipomeni della fuga >>

8 commenti su “La fine delle diplomazie”

  1. Mi dispiace dirlo, ma ho paura che più la insegui, più L. fuggirà. Ho letto da qualche parte i fuochi fatui sono come le persone di cui siamo innamorati, quando vogliamo prenderli, scappano, se scappiamo, ci inseguono. Magari è vero…

  2. Che combinazione… ho ascoltato anch’io la stessa canzone questa mattina… e ho pensato di ascoltarla di nuovo appena tornata a casa (cosa che ho fatto)… purtroppo non ho l’intero album…

  3. ti evita… non vuole ascoltare la tua realtà, vuole vivere la sua e basta… non vuole affrontarti… il suo è il classico comportamento delle persone che non vogliono poi sentirsi in colpa… in colpa di non aver ricambiato i tuoi sentimenti… che non è una colpa se uno non ci gioca… se uno è chiaro da subito… anche se lei non ti ha mai dato illusioni, certo… vorrebbe che tu ti ritiri in silenzio, quasi volesse evitare di scontrarsi con dei sentimenti… non saprei il perchè… bisognerebbe aver visto altri suoi rapporti precedenti forse per comprendere fino in fondo…

  4. Evitare i sentimenti, ed ogni argomento correlato, penso sia la chiave giusta per capire. Dice di non essersi mai innamorata. Forse ne ha paura. Le sue precedenti storie sono state brevi, da quel che posso sapere. Ne ricordo l’ultima, che risale ormai a circa tre anni fa. Non ricordo da parte sua un particolare trasporto. Insieme davano l’idea di buoni amici e nulla più. Non più di due o tre mesi dopo lui era sparito.

  5. Lasciala perdere… probabilmente e` una di quelle persone che pensa che riesce a evitare la sofferenza, non lasciandosi coinvolgere dai sentimenti. Non sa che il gioco vale la candela!

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