gioco delle freccette

Storie stocastiche. 10. Jano

Foto: SimonaR (Pixabay)
Foto: SimonaR (Pixabay)

Jano si ricordò d’un tratto di quando c’erano i regali nei sacchetti di patatine. Non gli veniva in mente nessuna di quelle sorpresine, soltanto la sensazione untuosa del ritrovamento tra i frammenti spigolosi croccanti. E quell’odore. E la fretta di scartare.

Jano si ricordò di quei sacchetti di patatine senza motivo, in un pomeriggio afoso di luglio, mentre stava in ufficio. Poi si alzò, attraversò tutta la stanza, semideserta. I colleghi lo guardarono appena. Qualcuno passò le dita sulla fronte umidiccia.

Jano arrivò di fronte al capo. Lo fissò finché questo si alzò dalla scrivania continuando a chiedergli cosa c’è. Ma non c’era nulla, non ancora.

Jano mormorò “Tre, due, uno…” Il suo braccio destro si mosse, descrisse velocemente un ampio angolo di circa centodieci gradi, finchè il palmo aperto schiaffeggiò la guancia sinistra del capo.

I colleghi udirono un suono insolito. Saltarono uno o due respiri. Molti alzarono gli occhi.
Poi Jano disse “Adesso c’è” e se ne andò a trovare la sua Jolanda.

Nella stessa serie<< Storie stocastiche. 9. La carotaStorie stocastiche. 11. Rei >>

Lascia un commento

Torna in alto