
Quella sera c’era una festa in spiaggia. Erano più o meno tutti coetanei di Eto. Però quasi tutti avevano già baciato. Qualcuno aveva fatto anche di più. Eto, invece era timido. Si confondeva, con le ragazze.
Quella sera avevano bevuto tutti del vino. A Eto piaceva la ragazza con la maglietta nera. Quella piccolina che era venuta con l’americana. Eto le sedeva quasi accanto, vicino alla barca. Era molto buio. Lei sembrava dormire, ma ogni tanto si muoveva e diceva qualcosa. Forse aveva solo bevuto troppo. Ogni tanto, Eto provava a dire qualcosa. Ma non gli veniva in mente nulla che gli paresse interessante. Allora taceva e tornava a guardare le lampare lontane. Per fortuna nessuno poteva vedere l’espressione del suo viso.
Poi la serata finì. Eto pensava che magari avrebbe potuto fare un pezzo di strada con la ragazza dalla maglietta nera. Ma l’americana disse noi restiamo ancora qualche minuto. Dovevano riprendersi. Con loro, rimaneva anche il tipo coi ricci. Eto li aveva visti parlottare e ridere poco prima. Eto immaginava cose.
Si era allontanato di qualche metro, poi, per un motivo che ha dimenticato, Eto fece per tornare. Ma appena dietro la siepe vide la scena. Il tipo coi ricci e l’americana stavano sfilando la maglietta nera alla ragazza, ridendo. Lei era come addormentata, ma restava in piedi e diceva qualcosa di incomprensibile. Il tipo coi ricci disse a Eto che aveva bevuto troppo. L’americana disse che la stavano aiutando a spogliarla per mettersi a dormire. Lo dicevano gesticolando.
Eto andò via. Ripensò a quella scena e si sentì in colpa.

