donna rom rinchiusa in gabbia dai razzisti

C’è omicidio e omicidio, nell’Italia razzista

Il lettore di dischi ottici emette un rantolo come di rasoio elettrico. Tre sistemisti si sono avvicinati a capannello per commentare il fenomeno. Un quarto mima l’atto del radersi col ritmo di quell’agonia al laser. Due tecnici applicativi ridono senza ritegno.
In ufficio, insomma, le cose scorrono più o meno normalmente. È già un mese che sono qui, ma il lavoro non è ancora a pieno regime. Domenico dice che siamo in attesa. Per alcune attività stiamo aspettando il via libera dai capi.

Domenica mattina un poliziotto ha avuto l’idea di uccidere un ragazzo a sangue freddo. La vittima era in viaggio per vedere una partita di calcio con gli amici. Aveva litigato con altri ragazzi in viaggio per vedere un’altra partita. Si erano incontrati in un’Autogrill sull’autostrada.
Il poliziotto era distante. Addirittura in un’area di sosta dall’altra parte delle due carreggiate. Non ha visto granché. Forse non ha nemmeno capito che la discussione era già terminata. Forse, dice qualcuno, pensava ci fosse una rapina. Forse è stato un caso molto particolare. Di sicuro ha fatto una stronzata.
Il poliziotto ha sparato. Il proiettile colpisce il ragazzo mentre è già in auto con i suoi amici per ripartire. Forse rideva commentando il litigio di prima. Qualunque cosa facesse in quel momento, ha smesso.

***

Altri idioti, appresa la notizia, l’hanno usata. Era una scusa perfetta per scatenare la guerriglia urbana in diverse città. Li chiamano “tifosi”, ma sono terroristi. In televisione parlavano di violenza negli stadi, le trasmissioni sportive non parlavano di sport. Parlavano di norme per la sicurezza, come un anno fa, quando fu ucciso un poliziotto da questi stessi terroristi.

Vi ricordate lo sdegno, le parole, la sospensione dei campionati, il decreto urgente con le-nuove-norme-per-combattere-il-problema. Passate due settimane, calata l’attenzione, sono iniziate le deroghe. Costa troppo rendere gli stadi un posto sicuro, quindi lasciamo che continuino a essere zone senza regole.

I criminali restano liberi di ammazzare durante le partite di calcio, mentre viene scatenata una campagna di violenza razzista e diffamatoria contro tutti i romeni. S’è parlato addirittura di allarme sociale.
Oggi vengono assaltate le caserme di polizia da terroristi italiani, ma sono i romeni che “non vogliono integrarsi”. Per i terroristi di casa nostra nessuno si scandalizza, nessuno verrà punito, se ne parlerà per un paio di settimane, si darà la colpa a qualcuno che non può difendersi, poi le cose continueranno come sempre.

L’allarme sociale è una cosa che non riguarda gli assassini che hanno la cittadinanza italiana. Non è la legalità che interessa ai politici, ma avere un nemico indifeso da gettare in pasto alla mandria senza dignità.

1 commento su “C’è omicidio e omicidio, nell’Italia razzista”

  1. quello che mi stupisce spesso e’ la violenza degli ultra in italia. qui per fortuna non esistono. pero’, vista da una prospettiva piu’ ampia, non mi rimane molto da dire. perche’ da voi chi commette anche un delitto, chi stupra decine di ragazze, chi e’ pedofilo, chi assassina con piena crudelta’ un essere vivente al massimo viene condannato all’ergastolo e poi si direbbe e’ fatta la giustizia. non e’ il caso di questo sciagurato poliziotto, perche’ non potrebbe essere l’omicidio colposo. ha sparato e basta. fosse anche cosi’, non si potrebbe fare molto. non so, la pena di morte in casi estremi sembra la miglior soluzione. pero’, anche questa soluzione e’ abusata in certi paesi come il mio in cui con ogni errore ti portano all’impiccaggione. sembra cmq che la giusitizia e la sicurezza siano come dei sogni sia da te che dalle mie parti.

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