mazzette da 50 e 100 euro - dettaglio

Chiusura dei conti

Dopo aver scritto il post sui miei castelli in aria, sono uscito di casa a passeggiare. Avevo voglia di godermi la sensazione di libertà e distrarmi un po’. Però continuavo a pensare ai soldi che mi spettavano. Non lavoravo da un mese e qualche centinaio di euro in tasca potevano far comodo.
In pochi minuti quel pensiero s’è trasformato in faccia tosta. Ho preso il telefono e ho chiamato. Mentre ascoltavo gli squilli pensavo alla frase da usare per chiedergli “quando mi paghi?”. Poi ha risposto.

“Pronto… Oh! Allora ti sei fatto sentire… Io ti aspettavo! Devo ancora pagarti quelle giornate…”

Io pensavo “che stronzo”, ma non l’ho detto. Gli ho solo fatto notare che era lui a dovermi chiamare entro una settimana e invece ne sono passate tre. Mentre ancora cercava scuse del cazzo, gli ho piazzato la domanda a bruciapelo, anche perché stava finendo il credito nel telefono:

“Senti, sei in ufficio stamattina?”
“Si, sono in ufficio.”
“Entro mezz’ora sono là, ciao.” E ho messo giù. Dieci minuti dopo ho suonato alla porta.

Ha aperto la porta Anna, la ex collega Biondina. Tutte le porte degli uffici erano chiuse. Lo stronzo voleva evidentemente nascondermi che nella nuova società, nata quando si è separato dai soci, ha assunto tutti quelli che c’erano prima, tranne me. Ma io già sapevo tutto.
Anna mi accompagna nella sala riunioni e lo stronzo arriva subito dopo. Chiede quanto mi deve, gli dico una cifra, arrotondando grossolanamente. Lui dice no, dobbiamo controllare. Prende la calcolatrice, conteggia, il risultato è più alto. Assume l’espressione di chi si è fregato da solo e comincia a scrivere un assegno.

Anna è lì, ha visto tutto, la guardo e sorrido canzonando in silenzio lo stronzo. Lei mi sorride e si associa alla mia perfidia. Torno serio in tempo per prendere il mio denaro.

“Quando poi parte quel progetto, ci sentiamo.” Dice lui, convinto che io possa ancora credere alle sue stronzate. Se pure dovesse mai richiamarmi per qualche lavoro, troverò il modo per rifiutarlo in modo doloroso.

“Va bene, quando sarà il momento, ne parleremo.”
Non gli dico che già lavoro altrove e che guadagno molto di più. Ho idea che glielo farò sapere in un altro momento.

***

Prima di andare via butto gli occhi sull’attaccapanni, indico una giacca da motociclista ed esclamo: “C’è Federico!”
Lo stronzo è visibilmente imbarazzato e non risponde, Anna trattiene una risata poi risolve la situazione: “Sì, è di là, te lo chiamo così lo saluti.”
Lo stronzo si rifugia nel suo ufficio, chiede ad Anna di raggiungerlo e chiude la porta. Federico esce e mi vede.

“Ciao, cosa fai qui?”
“Sono venuto a riscuotere un credito.”

Per comprendere la battuta, bisogna sapere che quella società si occupa di Recupero Crediti.
Intanto Anna ci ha raggiunti e annuncia sottovoce che lo stronzo è improvvisamente diventato di cattivissimo umore. Io sorrido:

“Lo sarei pure io se avessi appena firmato un assegno come quello che ho in tasca.”

A questo punto saluto, mi invitano a una festa per sabato. Ci sentiamo, ciao, ciao…
Ed esco.

5 commenti su “Chiusura dei conti”

  1. Ciao, scusa se passo da queste parti per tampinarti ancora su questioni tecniche… ma secondo te se io decidessi (alla buon’ora dirai tu) di passare a wordpress riesco a tenermi le mie vecchie cose del blog precedente?
    grazie per la pazienza
    elec

  2. elec: da kataweb puoi trasferire in un colpo solo post, commenti e categorie. Invece i collegamenti agli altri blog vanno copiati e riscritti uno per uno.
    Le immagini nei post saranno visibili, ma continueranno a risiedere fisicamente sul vecchio sito: dovranno essere ricaricate una alla volta (ma senza fretta) sul nuovo sito prima di cancellare il vecchio.
    Per una rapida sintesi sulle operazioni da compiere vedi qui. Se e quando fossero necessarie indicazioni più approfondite, scrivimi pure.

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