figura sfocata di donna

Contrattempi coincidenti

L’appuntamento con Laura di martedì era per le sei di sera, davanti al cinema. Avevo pure programmato di uscire prima dall’ufficio. Tutto calcolato: venti minuti per arrivare a piedi alla macchina, lasciare la borsa nel bagagliaio e poi raggiungere la sala che sta a soli duecento metri.

È esattamente quando calcoli esattamente le cose che spuntano gli imprevisti. Ho lasciato a casa la tessera d’ingresso al cinema. Allora mi è toccato correre. Non venti, ma quindici minuti. Metto in moto, traffico, ora di punta, inetti alla guida che si dànno appuntamento davanti a me… attraversare la città in questo stato fa male alla salute.

Mancano otto minuti alle sei quando arrivo a casa. Mentre guardo l’ora, ho già parcheggiato e sono salito al terzo piano (non c’è ascensore, a casa mia). Corro in camera, cerco nella giacca di ieri. Afferro la tessera. Tiro: lo spigolo s’impiglia nella tasca. Dico eccheccazzo, lei si lascia estrarre di forza. Esco, chiudo la porta, ridiscendo e mi ritrovo in strada.

Un tizio che passa in macchina mi chiama. È Danilo che vuole salutarmi. Gli faccio segno che ho fretta e lui urla un “Dove vai”. Lo sfanculo col pensiero e corro via.

Ritorno nel traffico. Devo riportare l’auto al parcheggio di prima. Alle sei esatte sono a metà strada. Dico che faccio in tempo. E qui mi arriva il messaggio di Laura. Dice che si è sbagliata: ha già visto il film di stasera, avremmo dovuto trovarci in un altro cinema, ma ormai è tardi, non si fa più in tempo.

Mi dice senti non è che lasciamo perdere il cinema e beviamo qualcosa? Le ho telefonato e spiegato il contrattempo. Ci ha fatto ridere. Dieci minuti dopo abbiamo trovato un posto per fare un aperitivo.

Ci siamo scambiati notizie varie. Andrea, Veronica, Massimo che vuole andare via, Linda che ha frainteso alcuni messaggi e adesso non mi parla più… Alla fine le ho raccontanto di Serena e della laurea. Laura ha perfino tentato di rincuorarmi per quello che è successo. Parlando di amicizia e di comportamenti da stronzi di certe persone, non ha capito che io ci mettevo dentro pure lei.

“La differenza è che noi ora siamo qui a parlarne, altri no, non ci sono.” Che faccia tosta.

Qui è iniziata la parte più difficile della chiacchierata. Quella che riguardava noi due. Stavo per parlare, ma lei mi ha preceduto. Ha parlato di noi due, del nostro rapporto, dei miei dubbi, delle sue paure, delle cose che non ci siamo detti. E poi ha anticipato il presente e il futuro prossimo, fino a prefigurare progetti più distanti.

Sembrava sincera. Anche io le ho parlato spiegando cose. Sembra che potremo tutto sommato continuare a recitare insieme.

Nella stessa serie<< L’incontro, per casoI clandestini e noi >>

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