Corollari

Il tempo passa pieno di silenzi. C’è chi chiama vibrazioni positive certi istanti d’ottimismo intermittente. Ebbene, questo vibrare è spesso troppo improvviso per essere apprezzato. Non senti la musica. Il volume è troppo alto, le emozioni troppo forti. Quasi fossero terremoti che allarmare i sismografi dell’anima. La metafora è orripilante ma ci sta. Come proposte già nate vecchie ma che colpiscono, però, come fossero nate ieri. O domani.

Noi, generalmente, siamo troppo stanchi o troppo occupati per accettarle. Certe volte troppo esausti anche solo per ascoltare un consiglio. Prendi una via diversa, forse è meglio, pensaci.

Via, allora, andiamo via, verso un paese che forse è lontano, o forse non esiste nemmeno. Che forse ha la forma di un limone, dall’alto, solo un po’ meno aspro. Ma non importa: nessuno di noi imparerà a volare. O magari non lo vedremo mai in vita nostra: È più facile restare, basta un divano, una tacita obbedienza trasparente di sorrisi. Pace, obbedisco. Più facile obbedire e rassegnarsi. Ma non lo so fare, io non obbedisco.

Sarebbe bello, se non fosse tutti così.
Così teoricamente sabato e così tecnicamente finito. Sto qui a capire i pensieri di quelli che mi passano davanti, per scegliere i più interessanti o quelli utili. Di solito sono quelli che fanno male onel migliore dei casi mettono tristezza. Altro che vibrazioni…

Restituiscimi quella serata ricorrente tra noi, piena a volte di ceneri, altre volte di candele accese ed atmosfera lieve. Riportala dove l’hai presa, come una candela da rimettere a posto. Per chiudere quella stanza interrata che non dovevamo vedere.

Sono restati tra noi solo Brandelli, soltanto Frammenti Incoerenti di quella che pareva Felicità comune. Quella che ha sfiorato i nostri pochi istanti, ricordi? Li abbiamo passati insieme. Passati. Sono restate immagini, consapevolezze sbiadite di polvere deposta dal tempo, stratificata da vento e sole. Forse sarebbe stato meglio non avvicinarsi nemmeno. Le lastre dei ricordi ormai infrante sono troppo taglienti da toccare.

Stasera, almeno, ridiamo. Ridiamo forte in faccia al mondo, nessuno noterà la differenza. Assalti indifferenziati di tequila e di caffè, ogni volta con l’aspetto cambiato. Conducenti d’autobus o corollari di teoremi indimostrabili, soluzioni senza un problema e obiettivi senza una via che possa raggiungerli. Mani senza nessuno da accarezzare.

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