Ho fatto un test online sulle facoltà universitarie più adatte. Ne viene fuori un risultato non troppo lontano da quello che mi attendevo.
Però poi la lista dei corsi attira la mia attenzione: Bioinformatica.
Ora, io lavoro nell’informatica e ho da sempre una certa passione con le materie scientifiche. Scopro che il corso è attivato nella mia vecchia Università. Passo il sabato a rifletterci, la domenica a leggere guide e programmi dei corsi, lunedì a scalpitare e martedì primo maggio lo passo a leggere saggi scientifici e a chiarirmi le idee su ciò che intendo fare.
Mercoledì al lavoro sono distratto e mi dedico a costruire percorsi di studio a partire dalla mia situazione attuale di studente assai fuoricorso. Prendo ferie per venerdì.
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Sono entrato all’Università oltre dieci anni fa come studente di lingue. Al secondo anno mi sono candidato alle elezioni studentesche ricavandone una elezione. La nostra lista indipendente, neonata, aveva avuto un grande successo nelle facoltà umanistiche, superato in voti e popolarità le altre formazioni politiche giovanili collegate con partiti tradizionalmente dominanti in città.
Era un momento di passaggio tra i vecchi ordinamenti e le riforme sull’autonomia degli atenei. Il nuovo Statuto dell’Università era entrato in vigore da poco e toccò a noi inaugurare il Consiglio Studentesco e scriverne i regolamenti. Il Consiglio mi scelse come delegato nel Senato Accademico. Alle successive elezioni ero uno degli “anziani”, ho riorganizzato la lista per le nuove elezioni e sono stato eletto in Consiglio di Amministrazione.
La carriera di studente, in tutto ciò, aveva rallentato, anche se in effetti ero arrivato a oltre metà degli esami e già lavoravo alla tesi di laurea in letteratura angloamericana.
Poi sono arrivati tempi più complicati. La ricerca per la mia tesi mi ha portato lontano dalla letteratura, a frequentare argomenti di carattere archeologico e antropologico. Nello stesso periodo ho cominciato a lavorare e si stava avvicinando il momento del servizio civile. Dovevo fare delle scelte.
Ho lasciato i miei impegni istituzionali come rappresentante, fatto domanda per il servizio civile e non rinnovato il contratto di lavoro. Contemporaneamente ho deciso di trasferirmi alla Facoltà di Lettere per continuare gli studi in Archeologia e Lettere Classiche. Giusto il tempo di superare due esami di archeologia, poi mi sono fatto i dieci mesi di servizio in una associazione culturale importante.
Alla fine del servizio civile avevo bisogno di lavorare, così, dopo un corso di specializzazione intensivo per analisti programmatori durato sette mesi ho cominciato quasi subito a lavorare a tempo pieno, senza più smettere.
E l’Università? Alcune campagne di ricognizione e scavo archeologico sono tutto ciò che ho fatto negli ultimi cinque anni. Ogni volta che ho provato a studiare per proseguire gli studi mi sono reso conto della difficoltà a concentrarsi, la sera, dopo il lavoro.
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BioInformatica è un corso particolarmente intenso, non facile. Però ho voglia di iscrivermi e arrivare in fondo, questa volta. Nessuno degli esami già superati potrà essere salvato: sarà un inizio da zero. Non potrò tornare indietro dopo la rinuncia agli esami già dati. Però ho voglia di provarci. Sarebbe un miglioramento del mio livello professionale e mi darebbe in più nuove competenze scientifiche.
Sarebbero anni durissimi comunque.
Le procedure per l’iscrizione e le scadenze saranno note fra circa tre mesi. Per ora prendo la rincorsa e leggo un libro dedicato alla storia della dimostrazione dell’ultimo teorema di Fermat.


Non c’è nulla di strano: tutto quello che ci accade ci influenza (magari in modo apparentemente impercettibile)
E allora a volte accade che un elemento che in se e per se è piccolo sia il catalizzatore di grandi decisioni, di importanti svolte.
Come il sassolino che dà il via alla valanga
E quest’effetto può farlo anche un post, un racconto, un film, una canzone, una frase ascoltata per strada, un sogno, una riflessione, un sorriso, una lacrima.
Ma grandissimissimo!!!!!
Sai che sono rimasta impressionata dalla somiglianza con la vicenda universitaria del Chimico?
Tra l’altro l’ultimo teorema di fermat è il suo libro preferito, di cui tutti noi mortali ignoravamo l’esistenza!
Ne consegue che io non sarei nel novero dei mortali?
Comunque sia questo libro è ancora più bello (qualunque sia l’essenza del fortunato lettore): Gödel, Escher, Bach: Un’Eterna Ghirlanda Brillante.
Ma suppongo, a questo punto, che il Chimico lo conosca già.
…Oppure che sia il suo prossimo regalo di Natale 🙂
Quarantannivergine, complimenti! Per l’entusiasmo quasi contagioso.
Io ho tentato qualcosa di simile quando di anni ne avevo circa trenta, con l’allora neonato DAMS di Bologna, ma non avevo evidentemente il tuo esntusiasmo e il tentativo rimase tale.
Siccome ti immagino non superstizioso, ti faccio gli auguri più sinceri, senza ricorrere a lupi invitati a crepare o, peggio, a culi di cetacei che…
P.s. A proposito di teoremi e di libri, “L’enigma di Fermat” di A. D. Aczel è a pochi passi da me confuso con altri, troppi, che attendono.
Poi recupero (m’illudo) leggendone due per volta. In questi giorni: “Nella mente degli animali” di D. Mainardi, e, sempre di Aczel, “Pendulum”.
Sarà un buon metodo? Umh…
Perchè mi hai copiato il titolo per questo post? ladro… e sì che i sogni si allontanano come i cavalli scossi, caduti i sognatori. Bocconi tra le fragole, ma più dolci e più rossi, ridotti a violenti spifferi… Un’altra cosa, a proposito di libri… Ti consiglio “Semiotica della risata nella cinematografia di Bombolo e Cannavale”
Povero Bombolo… E povero Cannavale, orfano di Bombolo…
Irnerio: grazie per i complimenti e soprattutto per non aver messo in mezzo morti ingiustamente auspicate di innocenti canidi, anche se è soltanto un modo di dire. Tralascio la sodomocinesica dei cetacei per non calare il livello della prosa. E’ vero, la superstizione non mi ha reso sua preda.
Non ho letto il libro di Aczel, ma la notte scorsa ho finito quello di Simon Singh sullo stesso argomento. Ora sono passato ad un saggio introduttivo alla fisica (meccanica e termodinamica).
Andrea: Finalmente ti sei accorto del furto! D’altronde il tuo accorgerti di ciò era lo scopo della ponderata scelta. Scelta dettata da ragione,
perché con la ragione
si sopravvive a tutto,
si distrugge il distrutto,
ricostruendo a intarsi la copia fedele
dell’innamorarsi,
e un tassello alla fine
o è dell’uno o è dell’altro.
Prima di Bombolo devo cambiare la mia vita con questo libro.