maialino alla brace

Erotic-horror birthday dinner

Io sono uno di quelli che se c’è da prendere un regalo, per prima cosa va in libreria. E quando ci entro… beh.

Dubito che leggerò mai tutto insieme l’edizione integrale delle opere di Euclide con testo greco a fronte. Di sicuro non in greco. Invece le trecento pagine di un repertorio fotografico dedicato al web design l’ho sorbito tutto d’un fiato. C’è qualche buona idea, anche se il libro risale al 2000, ma è antichità, col metro dell’informatica.

Il regalo per Anna l’ho trovato nel secondo negozio. Ho associato una lettura al sottofondo musicale in una combo di buon gusto. E su questo giudizio non tollero critiche.

Il libretto è un vademecum di consigli (semi)serio su come sopravvivere in ufficio: «Il mio capo è uno stronzo, il vostro anche?» Dati i trascorsi e il presente, è perfetto. La musica con cui l’ho accompagnato è una registrazione dal vivo di Elio con un gruppo chiamato Ossi Duri. Il repertorio sembra composto prevalentemente da pezzi di Frank Zappa.
Ho aggiunto un biglietto d’auguri che urla qualcosa di incomprensibile quando viene aperto. Si accende anche uno dei sei led rossi messi accanto a sei parole, ciascuna delle quali rappresenta un livello differente di decrepitezza, da matura a fossile.
A cena, il bigliettone ha riscosso enorme successo e ha compiuto due volte il giro del tavolo. Nessuno ha capito cosa dice.

La cena è durata più del previsto. È iniziata tardi perché alcuni invitati che cercavano parcheggio sono stati dati a lungo per dispersi. Due teneri maialini sono stati arrostiti per noi e presentati prima del taglio su un apposito carrello con il classico limone infilato tra le fauci.
Un chitarrista che stava all’altro capo del tavolo è rimasto sconvolto da quella visione, al punto da impedirgli di cenare. O quasi.

Le due testine e le otto zampe sono state portate in tavola e divise tra vari fanatici del maiale. Ho visto scene che andavano dall’erotico bizzarro, all’horror culinario.

***

Alberto ha attaccato immediatamente la lingua. L’ha strappata direttamente dalla bocca del maialino, in un orrida rappresentazione di un bacio alla francese. Poco dopo, ubriaco e felice, si è messo ad aprire e chiudere le mascelle scarnificate tenendole sulla propria faccia come fosse una maschera.
Poco lontano, si commentava la croccantezza delle cotenne.

Il chitarrista sconvolto ha azzardato un commento ingenuo sulle piccole orecchie della testina. Bruno gli faceva la controscena afferrandone una con la mano sinistra mentre con la destra armata di coltello la recideva con un unico colpo. A questo punto la porta al chitarrista: “Toh, mangia!”. Questi, s’alza inorridito e dichiara solennemente che il maiale da quel momento sarebbe stato cancellato dalla sua dieta.

***

Nella mia zona del tavolo, s’è mantenuto un decoroso limite, forse per la percentuale più alta di donne, solitamente meno inclini a certi crolli di dignità.
Abbiamo lasciato il ristorante ben oltre l’una del mattino. Abbiamo concluso la serata in un locale del centro. Il chitarrista aveva ripreso un colorito normale e s’è occupato a lungo in una curiosa attività. Con la macchina fotografica digitale di una delle ragazze inquadrava se stesso, scattava la foto con un flash che avrebbe potuto illuminare l’intera città dall’alto, guardava l’immagine della propria faccia, emetteva una sonora risata “one shot”, poi daccapo.

Alle tre ne ho avuto abbastanza e sono andato via.

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