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I colloqui, gli altrui rifiuti e il nuovo lavoro

Giovedì 11 ottobre. È passata una settimana dal primo colloquio.
Vittorio ha passato al suo capo il mio curriculum e sono stato contattato meno di ventiquattr’ore dopo per fissare un appuntamento. Ci siamo visti giovedì scorso per un caffè a ora di pranzo. È venuto apposta da Milano per parlare con me e con altri due informatici. Si chiama Tino. Qui, in banca, cercano un sistemista. Siamo tre candidati. Abbiamo appuntamento il venerdì mattina per il secondo colloquio. Avverrà in banca, con il sistemista che il prescelto di noi avrà come collega.

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Ho osservato i due compagni di colloquio, i miei concorrenti. Uno è il programmatore nervoso con pizzetto. Si muove a scatti e tende alla risatina isterica. Ha più o meno la mia età e abbiamo immediatamente cominciato a dialogare, anche se le differenze di pensiero sono evidenti. L’altro è invece un sistemista puro. In apparenza era il più giovane, di almeno cinque o sei anni. Ha parlato poco tutto il tempo. Non mi ha mai dato l’idea che fosse in gara, avendo meno esperienza e dimostrando minori conoscenze.

Il Futuro Collega che ci ha osservati non ha lasciato vedere opinioni. D’altronde il lavoro non richiedeva una grande preparazione tecnica di base, anche se è ovviamente utile. Alla fine della giornata, però, è stato scelto il giovane sistemista. Confesso di essere rimasto sorpreso. Deluso, invece, no. Penso di essermela cavata bene in ogni caso.

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Martedì. Il giovane prescelto comincia il suo lavoro in banca, mentre noi, gli altri due, abbiamo appuntamento con Tino: ci sono altri progetti analoghi in cui noi potremmo essere inseriti. Invece arriva una telefonata: Tino torna a Milano, chiede se possiamo rimandare di due settimane la proposta per il nuovo lavoro. Gli dico che va bene, anche perché non ho alternative.
Però le due settimane non passano. Mercoledì mattina mi richiama. M’interessa ancora il posto da sistemista in banca? Dico di sì e mi presento sul posto entro un’ora. Sono solo io, stavolta.
Il Futuro Collega è appena diventato solo il Collega. Anzi, Domenico. Così Domenico mi spiega la fuga del Giovane Sistemista Prescelto dopo soltanto una giornata di affiancamento al lavoro. Poi ho iniziato a vedere i dettagli del lavoro che da ora in poi sarebbe stato il mio.

Giovedì 11 ottobre. È il mio secondo giorno di lavoro in banca. Non è particolarmente difficile, ma è complesso. Abbastanza, almeno, da giustificare il compenso che è molto più consistente di quanto io abbia guadagnato fino a oggi.
Ci sono notevoli possibilità di crescita e di restarci a lungo. Oggi parlo con Tino del mio contratto e la firma forse sarà già domani o lunedì.

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