figura sfocata di donna

Il vento nella porta

La porta cigola alternando aperture lente e chiusure rapide, secondo che la corrente d’aria spinga un lato o l’altro. Dopopranzo vinoso d’uve scadenti. Attendo il caffè che mi svegli.

E scrivo, pure non avendo nulla di clamoroso da aggiungere. Giornata ferma, come poche. Più tardi proverò a studiare il copione. A volte mi sorprendo della facilità con cui riesco a memorizzare il testo. Questione di allenamento, credo. L’altro giorno, per esempio, ci ho messo tre ore per mandare a memoria sette pagine di copione, parola per parola.

E trovo il tempo di scrivere. Questo weekend non ci vediamo. È la prima volta dopo tanto tempo. Sono in città alcune sue amiche e restano fino a lunedì.

E penso a Serena. A come siano diventate misere le giornate senza sentirla. Sono già tre settimane che non vuole parlarmi. L’ultima volta è successo l’anno scorso, durante il suo viaggio in Centro-America. Però allora ci eravamo dati appuntamento al ritorno ed è stato assai diverso.

Dopo quel viaggio non ha smesso per mesi di raccontarmi cose e mostrarmi le fotografie.  Adesso mi manca. Vorrei chiamarla e non lo faccio perché mi ha chiesto di non farlo. Così, senza una spiegazione.

Il sapore del caffè già scivola via. Dalla finestra aperta viene un rumore di tagliaerba. Ogni tanto il vento me ne porta l’odore. Devo farmi la barba. Ancora un’ora di pausa. Stasera torno in città, vedo Roberta e ci scambiamo i casi nostri. Poi aspettiamo gli altri e andiamo in pizzeria.

Da qualche minuto la porta ha smesso di muoversi. La brezza di prima è quasi svanita. Voglio un bicchiere d’acqua. Mi alzo, prendo un bicchiere, apro un rubinetto. Non sono così fortunati in America Centrale.

Nella stessa serie<< Il teatrino dei sentimentiLa testa e lo svago >>

2 commenti su “Il vento nella porta”

  1. Leggendo il tuo blog ho avuto l’impressione che S. abbia dell’interesse per te…

    è l’unica cosa che mi viene in mente … mi sembra di aver capito che le hai parlato di L. … se tu le interessi non le farà piacere che le parli di un’altra persona … forse è per questo che ti evita… per non doverti dire “Non mi parlare di L.”

    … però potrebbe essere solo la mia impressione …

    io, se fossi al posto tuo, le parlerei… di persona… le direi che ci tengo… 🙂

  2. Hai ragione, è quel che accade anche a me di pensare.

    Però usciamo insieme da molto tempo e nulla è accaduto che mi facesse pensare ad un suo interesse, inoltre conosce anche lei L., sa quanto spesso la vedo e mai ha mostrato disagio per questo.

    In ogni caso sono sicuro che le parlerò di questi momenti e di quanto lei sia importante. Appena la rivedrò. Appena me lo consentirà.

    Di persona, naturalmente. Ci son cose che vanno comunicate con parole, sguardi e mani che si stringono e poi abbracciano.

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