statuina di lettrice

La dritta. Un sabato al Salone del Libro

“Ti do una dritta…” Segue il consiglio interessato di Valentina. La scena si svolge al Salone Internazionale del Libro di Torino. Non ero mai stato qui, prima, anche se ogni anno avrei voluto. Il primo impatto è la fila alla biglietteria. È rotonda, come le tipiche file italiane. Il secondo impatto è la voglia di avere una mappa. Magari portatile, perché quella inchiodata alla parete – tre metri per due – è poco pratica.

[“Dell’impossibilità di costruire la carta dell’impero 1 a 1”, Umberto Eco, in Secondo diario minimo, Frammenti della cacopedia]

Mi tuffo nella fiumana di corpi, borse, sudori, facce, mappe pieghevoli e fiatelle disumane per arrivare ai padiglioni espositivi. Mi accorgo che ovunque vada, in qualunque direzione, sono sempre controcorrente. Cammino per tre ore vagando tra gli stand. Nei primi venti minuti seguo un piano sistematico di esplorazione dei settori. Poi la mente va in stand-by e mi faccio guidare dai sensi.
Ed è a questo punto che avviene l’incontro con Valentina che mi elargisce il consiglio interessato: è appena uscito un libro che lei ha curato come editor.

Alla fine delle cinque ore di cammino avrò speso un’ottantina di euro in libri. Speravo meno. L’ultima ora la passo con i conoscenti allo stand del Cicap. Poi è ora di andare.

Il ritorno è come l’andata, tranne che per la luce e per qualche spruzzata di pioggia. Piacevole è la notte in cui si viaggia.

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