pupazzetti in legno in un minicarrello della spesa

La sciarpa nera ed il passeggio

La casa in cui vivo non è propriamente in centro. Nemmeno in periferia, comunque. E ieri sera per la prima volta ho affrontato a piedi il percorso che va dal portone del condominio ad un locale nei pressi del’università. In tutto non più di due chilometri, seppur in gran parte scarsamente
adatti ai pedoni.

Ero tornato va casa, dopo il lavoro, con la prospettiva di una tranquilla serata casalinga.  Avevo preparato e consumato la cena, dopo aver diligentemente telefonato alla mamma per augurarle buon compleanno.

Nel tranquillo dopocena, il cellulare si è messo a squillare nell’altra camera. Sono andato a prenderlo, ho letto il nome sul display e ho sorriso.

“Pronto!”
“Ma ciao!”
“Ciao, splendidume, avevo proprio idea di chiamarti.”
“Come stai, caro?”
“Bene, cioè, non tutto, ma bene, almeno il lavoro sta girando…”
“Bene, senti, non è che stasera hai impegni di qualche tipo?”
“No, che hai in mente?”
“Ti andrebbe, se non sei troppo stanco, di far due chiacchiere?”
“Magari anche quattro e rilancio con due passi…”
“Ma certo, allora vengo lì.”
“Ti aspetto… mezz’ora, qualcosa in più? Devo cambiarmi, ero già in tenuta… da casa”
“Qualcosa in più, devo cambiarmi anche io.”
“Va bene, allora a dopo, cambiati, ciao.”
“Ciao, ciao.”

Ho ripulito la cucina e me stesso, sistemando i capelli e rendendomi presentabile. Roberta è arrivata dopo meno di un’ora. Ho atteso leggendo qualche pagina di un libro, distrattamente.

Lei aveva preso alla lettera la mia proposta di passeggiare, così ci siamo incamminati senza automobili verso il centro, tra chiacchiere, sorrisi e progetti di gite primaverili.
Il pretesto per questa improvvisa voglia di festeggiare insieme era la sua doppia promozione al lavoro. Così non ha voluto sentire obiezioni e offrire lei.

Quando siamo tornati verso casa si era già fatta mezzanotte e ci stavamo prendendo in giro a vicenda su chi avesse l’espressione più stanca. Lungo il fiume nero, punteggiato dalle incandescenze riflesse, sul parapetto qualcuno aveva abbandonato una sciarpa, nera anch’essa.
Ieri sera non c’era freddo, passeggiando.

5 commenti su “La sciarpa nera ed il passeggio”

  1. Ecco, ho quasi combinato un disastro: per errore avevo cancellato questo post con i relativi commenti.

    Per pura coincidenza ieri sera ne avevo fatta una copia. Tutto è ripristinato, tranne le indicazioni temporali dei commenti… ma è il minimo.

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