figura sfocata di donna

La serata dei brutti sogni – parte III

Questo spettacolo per noi non era del tutto nuovo. Fu allestito dalla nostra compagnia tre anni fa. Al posto di Virginia, nella parte principale recitava Linda. L’anno successivo Linda decise di allontanarsi per dei corsi di specializzazione e ci vediamo quando non è in giro per l’Italia o all’estero.

Nei mesi scorsi abbiamo più volte parlato della possibilità di rimettere in scena questo testo insieme a lei, cosa a cui evidentemente teneva. Ovviamente i suoi impegni di lavoro non la lasciavano subito libera. D’altronde noi, impegnati com’eravamo a preparare l’altro spettacolo, non pensavamo che il progetto potesse partire subito.
Le ultime parole scambiate tra noi rimandavano ulteriori discorsi a settembre od ottobre.

Le cose sono andate diversamente. La decisione di preparare immediatamente ed in fretta questo nuovo spettacolo è stata improvvisa. Così Laura ha chiamato Virginia al suo posto. Alla prima occasione, pensavo, avremmo avvertito la nostra amica spiegandole la situazione.

Il lavoro è proceduto a ritmo molto rapido. Più di una volta ho chiesto a Laura se avesse avvisato l’amica: non ancora, devo trovare il tempo di farlo. Più d’una volta mi sono offerto di chiamarla io, ma lei rispondeva “non ti preoccupare, ci penso io”.

Tre giorni prima dello spettacolo, Linda ha chiesto a Laura e viene a sapere che lo spettacolo è già pronto. E giustamente si offende. Come potrei non capire quello che prova? Sto male per lei, al pensarlo.
Laura chiede aiuto a me e Paolino per risolvere la situazione. Parla di un messaggio da spedire ‘insieme’. Che razza di ipocrita.

Attendo il giorno dopo e telefono a Linda, ripetutamente. Non risponde ed io non mi arrendo. Ritento ancora il giorno dopo. Non risponde e mi manda un messaggio: lascia stare, ci sentiamo più avanti.

Ora, dopo lo spettacolo, usciti dal locale, ci salutiamo.

Vaffanculo, ti voglio bene. E’ stupido, non ha senso, mi tratti male, eppure io continuo a sentire questa roba qui. Non lo sai che cosa significa, e ti comporti come fosse un insulto, stronza. E spero che prima o poi tu te ne renda conto. Ma troppo tardi. Quando potrai solo rassegnarti al fatto che sei stronza.

Parlo da solo e sorrido. Mi fa bene dirlo ad alta voce mentre seguo con la mia la sua auto. M’invade le vene la coscienza lucida dei fatti. Non sono corrisposto, e allora? Sei tu che ti perdi l’occasione.

Prendo il telefono ed in quell’attimo mi giunge il suo, di messaggio. Non ci hanno pagato. Le chiedo com’era l’accordo. Mi risponde. Le rispondo. Mi trattengo. Vaffanculo.

Non so se l’ho scritto davvero oppure l’ho solo immaginato. Spero che non risponda. Tienilo e leggilo quante volte vuoi. Comprendilo. E fai buon sonno, se ci riesci.

Nella stessa serie<< La serata dei brutti sogni – parte IIChi vuole fa, chi non vuole rimanda >>

2 commenti su “La serata dei brutti sogni – parte III”

  1. Convengo che LDG possa essere poco gradevole. D’altronde per omogeneità di scelte avrei dovuto utilizzare un secondo L., ed allora sarebbe stato tutto incomprensibile.

    Per il mio pensiero sul modo d’indicare le persone su questo blog, vedi il post “L’Auctoritas dell’Autore”, del 12 luglio.

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