C’è qualcosa che vi sfugge.
È stupido osservare i difetti del dito che sta indicando un pericolo (o la proverbiale luna). Eppure ci sono tizi che girano per i blog a fare proprio questo: criticare a prescindere. Spesso senza nemmeno aver capito cosa abbiano letto. O che, probabilmente, si fermano al titolo. Tizi che nemmeno sarebbero in grado di scrivere.
Io scrivo e pubblico, e questo, ovviamente, mi espone a commenti, critiche, pareri discordi, anche discussioni. Questo è bene, ed è implicito nella scelta di pubblicare. Ma se le discussioni vengono suscitate su questioni che non hanno alcuna attinenza, che senso ha?
Io non scrivo per tutti. Scrivo per chi ha voglia di leggere. Se a te non piace come scrivo, puoi evitare di leggerlo. Ci sono migliaia di altri blog e siti web a disposizione.
Ho raccontato delle storie. Non scrivo dove siano i luoghi che racconto perché non importa. Spesso non esistono, pur essendo ispirati a ciò che conosco. Se credete di riconoscere un posto o una persona, vi ingannate. Non esiste nulla, nel mondo reale.
E se il racconto così “nudo” di riferimenti non incontra il vostro gusto, non leggetelo.
C’è stato chi è riuscito a farmi incazzare commentando in modo fastidioso e poco urbano le mie scelte narrative e perfino i nomi dei personaggi del racconto. Sul serio: che problema avete? Per caso, quando leggete un libro, poi telefonate all’autore per lamentarvi di questo o quel personaggio? Se il libro non vi piace, smettete di leggerlo e basta.
Probabilmente non aprite un libro dalle elementari.
A chi ha espresso una perplessità in modo educato, ho risposto spiegando la mia scelta. Questo dovrebbe chiudere la discussione, non aprirla. Non ho tempo da perdere con i cialtroni.
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Ho deciso di spiegare qui alcune cose. Non è mio dovere farlo, sia chiaro. Vengo incontro alle vostre limitate capacità intellettive.
Certi fatti che ho inserito nel racconto sono accaduti davvero. Sono modificati, adattati, con nomi alterati e situazioni diverse da quelle reali. I riferimenti inventati sono scelti in base alla facilità con cui li ricordo: non ho voglia di andare a rileggere i vecchi post per controllare come ho chiamato questo tizio o dove ho ambientato quell’episodio.
Se qualcuno crede che una iniziale puntata o un nome improbabile sia un “vezzo da ragazzina”, non gli chiedo perché stia leggendo una storia da “ragazzina”, qualunque cosa voglia dire.
Se qualche lettore fa i capricci, lo mando a cacare e continuo a scrivere. Non cambio le mie scelte perché a voi prude il culo. Chi scrive non può essere compreso da tutti. In modo particolare dagli ignoranti. Del resto, non scrivo per loro.
Questo è un blog. Scrivo quello che mi pare, come mi pare e non mi frega dell’approvazione di nessuno. Spero che sia chiaro.
