Sabato sera, dopo le prove pomeridiane, Virginia è andata via per un altro impegno, io e Paolino siamo rimasti perché Laura ha provato a cucinare. Anche se ne è del tutto incapace.
La sua torta salata si chiama “l’esperimento”. Noi saremmo stati le cavie.
Devo ammettere che l’esperimento è riuscito. Le ho chiesto il proced… la ricetta. Per educazione.
Dopo cena siamo andati a vedere uno spettacolo che minacciava di deprimerci: una compagnia teatrale che Laura detesta e da cui è detestata presentava un testo che sembrava aver copiato dal nostro.
Sarebbe stata un’azione spregevole, da parte di costoro… ah, come lo dico bene, ‘costoro’: con quale sprezzante intento!
A pochi minuti dall’inizio, comunque, non possiamo che essere sollevati: testo, regia e recitazione non sono gran cosa. Con noi c’erano alcuni dei nostri attori. C’era anche il tizio che è arrivato per la sostituzione che ci necessitava.
Pareva un tipo simpatico, con qualche esperienza di teatro. Ci siamo scambiati assurdità, divertendoci, poi lui si è messo a fare cose meno simpatiche, dopo aver bevuto un po’. Ha perso qualche freno, si è messo a parlare senza sosta e ha mostrato un certo interesse per Laura. Che fastidio.
Più tardi Paolino ci ha riportati da Laura, dove era la mia auto. Quasi le tre di notte. Lui è andato via e io sono rimasto qualche minuto a parlare con lei. Le ho detto che vorrei parlare con lei per chiarirci e chiudere definitivamente quelle cose, quelle non so come chiamarle… parole?
Mi ha detto che troveremo una sera per farlo. Poi è quasi corsa via.
Per qualche motivo, queste ore tarde aiutano ad affrontare argomenti che con il sole sembrano intimidirsi. Oppure è l’alcol. Comunque sia, chissà se posso crederle.

