Minacce geometriche ad alta temperatura

(Foto: Aleks)

Giri la manopola come quando la roba è assai sporca. Il calore pulisce. Ma si suda.

È la sera che t’agiti e sudi. Senz’affanni. Il tempo scorre come un cane disegnato. Sono disegni animati, che fanno quel che vogliono, anche volare. Mangi insalate di chilometri e pomodori verdi. Mastichi peperoncini a pedali. Poi devi bere dell’acqua piccante.

È la serata che devi esser puntuale: lo vedi? Per strada i lenti congiurano. Buonasera alle porte aperte, buonasera ai presenti, alle pareti ed alle case disegnate. Buonasera è un mantra. La realtà non è di questi mondi.

Hai il vestito che è un inno, ma nessuno si mette a cantarlo. Allora giochiamo, tu con le parole, io con le immagini. Rubiamo pezzi di ciò che vediamo e ne facciamo rappresentazione. Una copia senza l’originale. Un po’ insieme, un po’ in file. Tu davanti. Ovviamente.

Questa sera è afosa. Teniamo aperte le porte. S’entra ed esce dalla finzione senza notare la differenza. Dentro c’è più luce e più ombra. Fuori non c’è nulla. L’osmosi c’inganna e beviamo al buio. E’ la sera che tutto è vero, soprattutto la fantasia. Ti metti a giocare con minacce sportive. Le fai geometriche, come un’asta ben piantata in un triangolo rettangolo. La bandiera manca, ma abbiamo l’inno addosso. Per un’attimo l’avevo dimenticato.

Ci si divide una birra, alla fine. Tu alzi la gradazione dello scherzo girando la manopola. Come quando la roba è assai sporca. Il calore pulisce. Ma si suda. La sensazione è che qualcosa non sia accaduta.

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