Questo post era inizialmente parte di quello precedente, poi mi è parso opportuno farne un articolo a parte, un po’ per separare la cronaca di quello dal discorso storico di questo, un po’ perché tenere tutto insieme rendeva il posto troppo lungo.
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Il britannico Francis Galton fu l’inventore di questa pseudoscienza definita eugenetica. Nel 1907, insieme a Karl Pearson, fondò il Galton Laboratory for National Eugenics e già un anno dopo postulava “la creazione di società eugeniche in tutto il mondo“.
Questa ideologia si proponeva di migliorare la specie umana intervenendo sul patrimonio genetico e raccomandava il controllo genetico sugli individui che avrebbero potuto “indebolire biologicamente” la razza.
La conseguenza immediata della sua diffusione fu l’attuazione in diversi Paesi di politiche di eliminazione o controllo dei cosiddetti “devianti sociali” e degli stranieri. Ogni deviazione dalla norma diventò una minaccia da estirpare. Portatori di handicap d’ogni tipo, persone affette da turbe psichiche, malati cronici, nomadi, omosessuali, stranieri immigrati, cittadini di fede ebraica… tutti gli esseri umani iscrivibili in minoranze erano a rischio. La Germania nazista porterà al parossismo tali pratiche, con l’organizzazione di uno sterminio sistematico di milioni di esseri umani innocenti, ma esse furono attuate, da molti altri paesi europei.
Svizzera
Nel 1926 la prestigiosa federazione benefica Pro-Juventute fondò l’Opera di soccorso “Enfants de la grand-route“, su iniziativa di Alfred Siegfried (1890-1972). Per i gitani (jenisches) svizzeri è paragonabile a Hitler. Siegfried era animato da un razzismo viscerale nei confronti della comunità dei girovaghi, che definiva “inferiori“, “psicopatici“, “deficienti” o “mentalmente ritardati“. Solo nel 1972, grazie al settimanale Der schweizerische Beobachter, si scoprono le azioni turpi, le torture fisiche e psicologiche cui i bambini erano sottoposti. La Pro Juventute fu costretta a sciogliere l’Opera.
Nel 1987 il governo svizzero riconosce la propria responsabilità morale, politica e finanziaria nell’operazione. Ma solo nel 1998 furono resi pubblici i dettagli. Gli zingari erano considerati per natura “devianti sociali“, “fannulloni, gente trascurata e in gran parte degenerata“, “vagabondi congeniti”. Siegfried sosteneva che tutti gli zingari fossero cattivi, ladri e bugiardi, “non perché abbiano imparato a mentire, ma perché nascono così“.
Diversi scienziati svizzeri condividevano questi pregiudizi e ne trassero spunto per le loro ricerche e le loro tesi sull’inferiorità ereditaria dei nomadi. Nel suo rapporto sull’attività dell’Opera di soccorso nel 1964, il dottor Siegfried scriveva: “Il nomadismo, come alcune malattie pericolose, è trasmesso soprattutto dalle donne“.
Gli scienziati svizzeri che si ispiravano in larga misura agli ideali nazional-socialisti hanno contribuito allo sterminio di almeno mezzo milione di persone, solo perché zingari. Gli psichiatri razzisti svizzeri hanno svolto un ruolo importante nell’elaborazione della legislazione del Terzo Reich, secondo lo storico Walter Leimgruber, che fu uno degli autori del rapporto sull’Opera di soccorso.
Proprio in Svizzera, nel Cantone di Vaud, nel 1928, si votò la prima legge europea sulla sterilizzazione dei malati mentali.
Scandinavia
Nel 1934 provvedimenti sulla sterilizzazione obbligatoria furono emanati dalla Norvegia e dalla Svezia. L’anno dopo analoghi provvedimenti furono adottati da Danimarca e Finlandia. Gli interventi potevano essere praticati sui malati e ritardati mentali, sugli epilettici e sui soggetti portatori di malattie ereditarie. Inoltre era prevista la possibilità di praticare questi interventi anche sui genitori giudicati inadatti ad allevare adeguatamente i loro figli.
Queste misure di sterilizzazione di massa hanno colpito 40.000 persone in Norvegia e 6.000 in Danimarca. In Svezia, questa politica è stata portata avanti addirittura fino al 1975.
Nel 1921 la Svezia fu il primo paese a dotarsi di un istituto statale di biologia razziale. Le vittime del programma di igiene sociale e razziale, furono circa 63.000. Per il 90% gli interventi, prescritti da medici, furono praticati su donne, a volte adolescenti.
Soltanto alla fine del 1997 è stata nominata una Commissione governativa d’inchiesta, che nel marzo 1998 ha proposto un fondo di risarcimento di 175.000 corone (21.000 dollari) per ciascuna delle vittime; il relativo progetto di legge è stato approvato dal parlamento il 19 maggio 1999.
Tuttavia, gli aventi diritto ancora in vita, (tra i 600 ed i 15000 individui) dovranno dimostrare di essere stati sterilizzati contro la propria volontà: dovranno così affrontare una nuova prova, dopo aver dovuto superare il sentimento di vergogna e di umiliazione che li ha imprigionati nel silenzio per tanti anni
Italia
Al servizio dell’esercito piemontese, nella seconda metà del XIX secolo, troviamo un vero e proprio criminale scientifico, precursore del famigerato nazista Josef Mengele. Il medico militare Cesare Lombroso tentò in ogni modo di accreditare le sue assurde teorie sull’ereditarietà delle tendenze criminali, attraverso raccapriccianti studi su esseri umani vivi e morti.
La tesi “dell’uomo delinquente nato o atavico“, che “reca nella struttura fisica i caratteri degenerativi che lo differenziano dall’uomo normale e socialmente inserito” era già allora chiaramente in contrasto con i più concreti e scientificamente fondati principi russoiani della ingerenza sociale nella deviazione al male dell’uomo e non nella criminalità ereditaria (l’uomo è cattivo non perché nasce tale ma per colpa della società che lo circonda).
Lombroso, tuttavia, accecato dal suo razzismo, eseguì ogni tipo di “esperimento” su poveri, emarginati e malati mentali delle campagne lombarde con il pretesto di visitarli.
Si convince che la criminalità è riconoscibile grazie a certi caratteri morfologici. Nel 1858, si laurea a Pavia e l’anno successivo entra nel Corpo Sanitario Militare piemontese. Nel 1861 è inviato in Calabria quale “consulente” medico nella cosiddetta “campagna di repressione del brigantaggio“, ovvero la lunga guerra civile per l’annessione del Sud Italia al Piemonte.
Qui Cesare Lombroso ha mano libera e nel suo delirio pseudoscientifico non esitò a scorticare cadaveri, mozzare e sezionare teste, effettuare ogni tipo di intervento su uomini ritenuti, solo per le misure di parti del cranio e del corpo, criminali, elaborando fantasiose teorie sulle caratteristiche somatiche dei Briganti meridionali, indicando addirittura un improbabile rapporto delinquenziale tra linguaggio, folklore, indumenti e caratteristiche fisiche.
Le sue congetture erano più vicine alla stregoneria che alla medicina, eppure trovarono una favorevole accoglienza in un contesto politico-storico-militare che utilizzò a suo favore questi pretesti pseudo scientifici per giustificare quella sanguinosa repressione armata su popolazioni civili inermi, costrette a difendersi da un’invasione crudele e devastante.
Il folle medico piemontese individua, cataloga e seziona parecchie membra umane, sottoponendo centinaia di individui ad assurde e mortificanti misurazioni e a incredibili sezionamenti.
Quasi un’ironia storica, le sue teorie furono utilizzate nei primi decenni del ‘900 dalle amministrazioni statunitensi per giustificare l’inferiorità genetica e la propensione alla delinquenza degli immigrati italiani.
Fonti:
http://www.monde-diplomatique.it/LeMonde-archivio/Ottobre-1999/9910lm03.01.html
http://www.adsic.it/storia/Cesare_Lombroso.htm
