Hai presente quelle volte che ti metti a pensare? Quando fai i proverbiali bilanci della tua vita e immagini di guardarti indietro. Vedi un panorama pianeggiante, dall’alto, vedi la via che hai percorso. E dalla pianura si alzano colline, rilievi più grandi e voragini.
Poi ingrandisci un po’, come con le mappe digitali. Il cambio di casa dell’ottantacinque, il terremoto dell’ottanta, le elezioni all’università nel novantatre, il debutto in teatro del novantasei, l’estate del novantuno…
Di solito guardiamo tutto questo da terra, con lo sguardo che non va oltre pochi giorni. Abbiamo l’impressione di essere immersi in una esistenza senza scosse, noiosa, giornate e settimane tutte uguali. Sveglia, lavoro, pranzo, lavoro, cena, dopocena, letto e via daccapo, dal lunedì al venerdì, sabato sveglia tardi, tempo perso, serata fuori e domenica ad aspettare un altro lunedì.
Succede, talvolta, di aver l’occasione di cambiare punto di vista. Basta spostarsi di poco. Ti rendi conto, così, che le tue giornate non hanno nulla da invidiare ai racconti che leggi. Basta aprire un blog e raccontare qualcosa, per esempio. Le persone amano leggere di altre persone, di esperienze simili alle proprie, delle piccole vittorie e dei piccoli fallimenti che che ci vengono addosso nel viaggio delle nostre giornate. Forse ci fa sentire meno soli.
A me ha fatto questo effetto. Mi piace pubblicare un post e tornare il giorno dopo a leggere i commenti. Ho iniziato con la storia di Virginio, mettendoci dentro qualche episodio di contorno tratto dalla vita vera. Ho cominciato a rendermi conto di quante siano le piccole cose importanti che succedono tutti i giorni. Quanto siamo condizionati da questi eventi apparentemente senza peso.
È passato un mese dall’apertura di questo sito. Ho riletto i post e tutta la storia mi è apparsa sotto una nuova prospettiva. Trovarci dentro quei riferimenti è come risentire l’odore di casa in un nuovo appartamento. Una sensazione calda e d’estraneità allo stesso tempo.
Ci pensate? Quanti di questi fatterelli che sembrano irrilevanti succedono ogni giorno a tutte le persone della Terra? Ciascuno con una sua storia, un suo punto di vista, una sua emozione particolare suscitata nella sua esperienza personale. Nessuna esistenza, per quanto meschina, è irrilevante. La morte di un essere umano è l’estinzione di un patrimonio inestimabile che nessuno sarà mai più in grado di raccontare.
Siamo tutti parte dello stesso paesaggio.

A volte non ci rendiamo conto che la nostra “quotidianita’” segna dei percorsi ben precisi nella nostra vita. Le noiose giornate tutte uguali sembrano soltanto un modo per scandire il susseguirsi del tempo e null’altro. Dopo eventi forti, come un terremoto, ci sono sempre delle scosse di assestamento, magari impercettibili e quelle sono le nostre giornate-tutte-uguali. Hanno anche loro un senso nella nostra vita e sono proprio la dimostrazione del fatto che nonostante tutto riusciamo sempre a trovare il modo per andare avanti … quel perdersi e ritorvarsi, ricominciando da noi, solo da noi.
Bel post!