Paura

I

Perché aspettare è scomodo
ma le sere migliori si vestono così;
perché io viaggio solo
e ne incido in ocra su pareti rocciose;
perché si scorre
come gocce dagli otri
da occhi stretti – bocca fredda,
mani chiuse.

Tu mi spaventi
e il ghiaccio gira nel bicchiere.

Perché nella sera dell’urlo
nell’istante di luna sgomenta
nell’ora che ricordo un altro futuro
mostrare la via è dovere
per chi la conosce a piedi nudi.

Nudi nella polvere
freddi in pozze verdi melmose

II

Voci basse profetiche
genti diverse con vesti rosse
piedi nudi e fiato corto,
con le mani che pendono
su amori, confessioni, segreti
che soprattutto non si dicono,
non si dicono mai.

inattese volontà
di fiore in fiore, desiderio
senza azione, senza accenni
con le mani che tremano
di amore, carezze, viaggi lascivi
che soprattutto si sussurrano
dove c’è scuro.

III

Poca luce invero.
Quanta oscurità sotto il sole,
quante vite tra zolle arate,
quanti sorsi d’acqua,
quanti frati
ti promettono l’eterno
per una crosta di pane.

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