Lascio che i peperoncini tagliati a rondelle soffriggano un pò insieme ad un pò di cipolla in olio extra vergine d’oliva, a fuoco lentissimo. Intanto un altro fuoco cuoce il riso.
Non credo che sia il cibo più indicato alle due di notte, però è la mia cena, ho fame e non voglio accontentarmi di pane e formaggio.
In teatro avevamo un dolce. Era una torta “bidonata”: una di quelle già pronte da supermercato che non deperiscono mai. Di plastica, probabilmente, anche se commestibile. Quasi buona.
Non mi concentravo sulle prove, all’inizio. Poi, insistendo, qualcosa di buono è uscita. Il finale dello spettacolo è ancora da rivedere. Così non va, e vale per tutti.
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Ho usato peperoncini dolci, a cui ne ho aggiunto uno enorme e piccante. Mi piace il sapore ed il bruciore. Ora chiudo il fuoco ed attendo la cottura del riso. Siamo nati per soffriggere.
Se domani non fosse il quindici agosto avrei qualche speranza di trovar negozi aperti. Voglio cominciare a dipingere a olio e mi mancano i materiali.
Per fortuna è quasi pronto. Non c’è vino. Mi farò bastare l’acqua. Ora lasciamo che il cibo trovi la sua strada. La mia posso cercarla domani, con calma.
