Oggi è martedì e quasi non chiudo occhio da domenica. Sono stravolto dalla stanchezza e dall’inappetenza. Il caffè mi tiene ancora in piedi.
Da una settimana sono in prestito in un’altra azienda. Il capo sta cercando di concedermi in affitto ad altri per prendere più soldi sulla mia cotenna. Come si fa col bestiame. Siamo alla seconda di due settimane di prova. Non intendevo terminarle, e allora ho colto l’occasione di oggi per interrompere questa cosa. Vogliono farmi fare cose diverse da quelle che so fare e senza corsi. Io gliel’avevo pure detto che non sono qualificato per questa roba. E non intendo “sforzarmi” per le briciole che mi da ogni mese.
Domani torno nell’ufficio dove ho lavorato negli ultimi quattro anni e mezzo. Non arriverò a cinque. Intendo licenziarmi definitivamente. Continuo a fare la fame e devo eseguire ordini senza alcuna prospettiva.
Ho già chiesto lo scorso ottobre di essere assunto, invece che continuare a “collaborare”, e mi ha detto che ne avremmo riparlato. A maggio, stessa risposta. Ho ottenuto un piccolo aumento e un paio di “premi produzione”, ma non avrò nient’altro.
Non ho quindi alcun diritto e devo pagarmi da solo tutte le tasse. Sto indebitandomi per pagare tutto entro le scadenze, mentre devo aspettare i comodi di questi per avere la mia paga. Adesso si è aggiunta questa cosa per cui mi subappaltano ad altri senza chiedermi pareri e, come ultima goccia, due mesi fa è arrivato in azienda l’amico del capo che cercava lavoro: è stato assunto immediatamente e guadagna più di me, con tanto di inquadramento, contributi, ferie pagate, e così via.
Mavaffanculo.
La “questioni finanziarie” per cui non potevano assumere me, sono sparite per il raccomandato. Ebbene, per questioni finanziarie me ne vado. Da un giorno all’altro. Voglio vedere se hanno pure il coraggio di pretendere quei tre mesi di preavviso scritti nel contratto. Se ci provano, li mando a cacare.
Se non puoi pagare il mio lavoro, non lo avrai. Eccheccazzo, qua ogni fine mese faccio i conti delle decine di euro rimaste, se sono rimaste, per vedere se posso fare il pieno senza rinunciare al pane.

mi spiace leggerti così abbattuto… vedrai che le cose si renderanno più chiare… secondo me devi definitivamente toglierti quel chiodo fisso nella testa che hai per L.
tutto ti sembra più cupo… tutto ti sembra precipitare nel vuoto… vedi solo i lati negativi…
a questo punto devi liberarti… affrontala apertamente, senza indugi… così poi è tutto più chiaro… in un modo o nell’altro… ma tutto avrà un senso… in bocca al lupo…
Togliere il chiodo fisso… sono quasi le stesse parole che ripeto a me stesso. Ma come si fa? La vedo quasi tutte le sere, e quasi tutte le sere devo guardarla negli occhi chiamandola amore mio. Lei recita bene, ed anche se la scena deve risultare comica, mi è difficile restare impassibile. Non è una metafora, è proprio la scena di uno spettacolo.
Chiarire, certo, ci sono cose da chiarire. Avere una risposta in un modo o nell’altro… beh, l’ho già avuta. Lei sa quel che sento. Non ancora ne abbiamo parlato approfonditamente, ma più di una volta il discorso ha toccato questo argomento. E lei è stata molto chiara, dicendomi quel che in fondo mi aspettavo dicesse.
Passerà. E resteremo a recitare insieme. Intanto le cose stanno così. Lo stato in cui mi trovo ha però anche altre origini. Se potessi tornare a vedere S., mi sentirei meglio. Le parlerei di tutto quel che succede dentro e fuori di me. E lei capirebbe tutto in pochi istanti.
Basta. Questo commento sta diventando un nuovo articolo. Grazie comunque per il tuo commento. E bentornata.