Un giorno orizzontale

È divertente avere un blog. Ormai è quasi un’abitudine cominciare la giornata con un po’ di scrittura. Anche quando manca il tempo, penso ai personaggi che agiscono nei miei racconti e mi chiedo cosa stiano facendo. Come se il mio racconto fosse ispirato da persone reali.

Oggi ho sonno. Vorrei uscire e camminare a lungo, ma ho questa sensazione di gambe pieghevoli che mi tiene incollato alla sedia.

Ho passato la notte fuori casa. Di solito dormo male, ma stanotte è stato molto riposante. O troppo, visto come mi sono svegliato e come ho sonnecchiato a lungo, dopo. A pranzo, poi, un bicchiere di vino mi ha steso un’altra volta. E ora scrivo per il gusto di scrivere, aspettando che tornino le forze.

Da ieri penso alle parole che Virginio dovrà usare. Ogni frase che immagino mi sembra artificiosa, costruita per ottenere un effetto narrativo. Non è quello che voglio. Non vorrei nemmeno preoccuparmene, ora. Dovranno uscire spontanee e realistiche.

Devo pensare anche alla mia attività artistica. La voglia di mollare tutto di Virginio è un po’ anche la mia. Dopo tanti anni sul palcoscenico, ho bisogno di cambiare qualcosa. Nuovi stimoli, nuove imprese.

Ho voglia di correre qualche rischio per ammazzare la noia. Mi sembra di fare ogni anno lo stesso spettacolo. Voglio scriverne uno mio. Nuovo, diverso. Forse voglio altri compagni in scena.

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