Nelle società umane la figura dell’anziano ha avuto sempre un posto importante.
Ed è naturale: in un mondo di cui non si sa nulla, chi ha più esperienza, sa di più. È il saggio cui affidarsi quando si ha paura.
Il legame ideale tra anni vissuti, esperienza e saggezza è anche alla base delle organizzazioni statali: dai “consigli degli anziani” al Sinedrio fino al Senato romano e il nostro, che da quello deriva.
Il Senato, appunto. Tutte le democrazie di oggi hanno un Senato. Un consiglio di saggi, in teoria.
Ieri ho visto i Senatori della Repubblica Italiana comportarsi da scalmanati bimbiminkia allo stadio. Una immagine disgustosa.
Ho dovuto arrendermi all’evidenza. Questi sono i miei rappresentanti, gli eletti dal popolo, che piacciano o no. Questi sono i Senatori che un popolo di imbecilli ha eletto. Se questa è la direzione, nei prossimi anni andrà molto male.
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“Fortunate senex, ergo tua rura manebunt
et tibi magna satis, quamvis lapis omnia nudus
limosoque palus obducat pascua iunco.”
(Publio Virgilio Marone, Egloghe, I)

Per i non latinisti:
“O, vecchio fortunato! Dunque i campi rimarranno tuoi,
e abbastanza grandi per te, nonostante la nuda pietra
e la palude con i giunchi fangosi invadano tutti i pascoli.”
…pensavo d’essere più arrugginito nella lingua del Marone.