ranocchi che "esplorano" il corpo

Di pantaloni, scarpe, internet e sesso

L’esperienza conferma ogni mattina che le scarpe vanno infilate dopo i pantaloni. Eppure di questa verità non parla alcun manuale. Certe cose, poi, finisce che si scoprano solo dopo aver sbagliato. Come il sesso. Quando ti perpmettono di vedere i porno, sai già come funziona. Ti hanno già spoilerato il finale.

Per fortuna adesso c’è l’internet. Ci puoi trovare tutto. Soprattutto un sacco di spazzatura. Ogni imbecille si sente autorizzato a dare lezioni su ogni argomento, soprattutto quelli di cui nemmeno lui capisce una fava. E ogni imbecille è disposto a credere a qualunque idiozia perché “l’ho trovato su internet”. Gente che non saprebbe trovare una parola sul vocabolario, pretende di scrivere voci di enciclopedia.

Su internet trovi quelli che infilano le scarpe prima dei pantaloni e trovi i loro fans che ne fanno una religione. Oggi abbiamo ancora più di prima bisogno di manuali che spieghino queste piccole stronzatine, perché internet ha diffuso la cialtronaggine e l’ignoranza.

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Quando andavo alle elementari, si discuteva tra compagni di scuola su come si fanno i bambini. Eravamo abbastanza scaltri per aver capito che cavoli e cicogne non c’entravano. Sapevamo bene che ci volevano un papà e una mamma, ma la meccanica della procreazione restava un mistero. L’ipotesi più accreditata aveva a che fare con i baci sulla bocca. La logica ci suggeriva che questa spiegazione poteva anche essere corretta. Noi tendevamo a scartarla perché appariva troppo schifosa per essere vera. Questo dibattito non ebbe mai una conclusione accettata da tutti.
Se avessimo avuto internet, probabilmente avremmo scoperto che siamo tutti rettiliani quindi nati da uova deposte nella metropolitana di New York.

Ma internet non c’era. E nemmeno gli smartphone. Per la verità non c’era nessun telefono portatile. Per telefonarci avevamo in casa i telefoni con la ruota al posto dei bottoni, oppure quelli pubblici che funzionavano a gettoni e le rubriche telefoniche erano solo di carta.

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Ho visto arrivare i videogame nei bar, l’Atari, il Commodore 64, Maradona, i telefoni cellulari, i forni a microonde, i ciddì per la musica e i divvuddì per i film e le foto digitali. Invece Piero Angela c’era già prima di me.
Ho anche cambiato idea sui baci e su come si fanno i bambini. Mi ricordo lo stupore con cui appresi la verità. Ero incredulo e un po’ imbarazzato. Vabbè, credo sia accaduto un po’ a tutti. È difficile capacitarsi del perché si raccontino tante stronzate ai bambini. Si crea tanto mistero e senso di colpa per tutto ciò che ha a che fare col sesso, senza motivo.

Riprodursi è la cosa più naturale del mondo, come mangiare e dormire e fare la cacca. Ma i preti – quelli che per contratto non possono farlo – predicano che il sesso è male, è una cosa che non si deve fare, e gli adulti impediscono ai bambini di saperne qualcosa. Così i preti si sfogano stuprando i bambini, i genitori scopano coi sensi di colpa e sbroccano se scoprono che uno dei loro figli è gay.
Tutto questo modo di fare è contro natura. Non si capisce se siano più criminali i sacerdoti o i genitori che scambiano la loro ipocrisia per senso morale.

Lasciate liberi i bambini di conoscere il mondo per come è. Capiscono più di quanto crediate. Saranno più protetti se sapranno da cosa devono difendersi. E saranno meno complessati da adulti, consapevoli di cosa voglia dire amare un’altra persona. Proibite, invece, la violenza, la discriminazione di genere, cose che continuano a uccidere tutti i giorni ma che si continua a mostrare ai bambini senza alcuna censura.

Adesso mi allaccio le scarpe.

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