Il telefono che ho comprato quattro volte. #2

Episodio 2. Cellularem, in latrino.

Dopo l’evento spiacevole con Tre/H3G, non ho desistito. Anche perché lo smartphone che dovevo sostituire imparava di continuo a fare nuovi estenuanti capricci da vecchiaia.
Ai primi di agosto trovo una buona offerta sul sito Cellularem e mi decido all’acquisto. Dice che possono spedire entro 48 ore dall’ordine e l’articolo è indicato “disponibile”. Data la vicinanza col Ferragosto, mi aspetto comunque qualche giorno di ritardo. Ci può stare, no?

Foto: www.cnet.com
Foto: www.cnet.com

Dopo una settimana, non c’è alcun aggiornamento. L’ordine è ancora “In Elaborazione”. Allora invio un messaggio all’assistenza. Chiedo notizie sulle tempistiche di evasione. Rispondono dopo poche ore. Dicono che spediranno “nei prossimi giorni”.

E già la cosa mi disturba. Siccome l’ho ordinato, me lo spedisci di sicuro “nei prossimi giorni”, se non altro perché te l’ho già pagato da una settimana. Ma se ti contatto perché sei in ritardo e ti chiedo notizie, devi darmi un termine, una data, un “entro il giorno”. Mi va anche bene, al limite, se mi dici che hai avuto difficoltà col fornitore e cose così, voglio una data. Peraltro, se sul sito indichi un articolo “disponibile”, devi solo prelevarlo dal magazzino e spedire il pacco.
Invece credi di liquidarmi con un “sarà spedito nei prossimi giorni”, senza scusarti del ritardo e senza alcuna spiegazione. E questo non mi piace.

Rispondo che mi aspetto una risposta seria alla mia domanda. Nel frattempo, un termine lo stabilisco io. Se non dovessi ricevere informazioni entro 48 ore, avrei avviato la procedura di reclamo presso PayPal per merce non spedita. In sette minuti netti, mi rispondono garantendomi la spedizione entro giovedì mattina con consegna 24h per venerdì, al massimo sabato. Le minacce funzionano.

Venerdì, ora di pranzo. Sul sito l’ordine è “in elaborazione”. Non si vedono pacchi. Nulla è cambiato. Non ho ricevuto codici di trasporto. Scrivo ancora per chiedere spiegazioni. Già che ci sono, preannuncio che sto aprendo la contestazione su PayPal.

Evidentemente colpiti, mi assicurano che la spedizione è già programmata per il martedì successivo, massimo mercoledì. Per un momento ho desiderato chiedere come fa ad essere programmata se non sanno nemmeno per quale giorno. Mi trattengo e replico che non me ne frega niente: considero l’ordine annullato e chiedo una immediata conferma scritta dell’annullamento dell’ordine. Poi procedo a segnalare la mancata spedizione a PayPal.

Pochi minuti dopo, suona il telefono. Ha la voce autoritaria. Dev’essere qualche responsabile. Dice che il fornitore ha ritardato e non hanno potuto spedire prima, ma per martedì è “sicuro alcentopercento”. Io sono irremovibile. Non ci credo. Quando ho chiesto notizie, non le ho avute, hanno indicato una data e non l’hanno rispettata e adesso che chiedo il rimborso improvvisamente ho destato il loro interesse. Perché dovrei credere alle loro chiacchiere?

Per il sito, l’articolo è “disponibile” e spediscono in 2 giorni. Ho pagato da due settimane e il pacco non è nemmeno in partenza. Mi basta. Per me l’ordine è annullato e aspetto che mi restituiscano il denaro. Punto e basta.

La tizia al telefono mormora un “va bene, giro la richiesta in amministrazione”. Pochi minuti dopo, mi arriva un messaggio in cui viene confermato l’annullamento dell’ordine. “Ma se cambia idea, ci telefoni al…” Ma vaffanculo.

E non finisce qui.

Foto: Wikipedia.it
Foto: Wikipedia.it

Il giovedì successivo, dopo pranzo arrivano insieme una notifica da PayPal ed una comunicazione da Cellularem. Hanno spedito il mio acquisto e questo è il codice per tracciare il pacco. Soffoco un checcazz e accendo il PC. Mi siedo comodo e mi preparo alla guerra.

I bastardi hanno comunicato il codice di tracciamento al PayPal, da cui ricevo notifica che posso chiudere il reclamo per merce non spedita. Io modifico il motivo del reclamo e spiego di aver annullato l’ordine da una settimana, citando la conferma scritta del negozio. Chiuderò il reclamo solo a rimborso avvenuto.

Faccio il numero del negozio e senza preliminari dico che quella spedizione appena segnalata non la voglio, l’ordine è stato annullato da quasi una settimana e l’unica cosa da spedirmi sono i miei soldi. Aver preteso una conferma scritta è tornato utile anche qui. Se mi spediscono qualcosa, lo fanno a loro rischio e a loro spese.

La tizia al telefono si scusa, mi assicura che blocca tutto, si scusa un’altra volta, dice che alle spedizioni non sono stati avvertiti e mi assicura che in pochi giorni mi fa avere il rimborso. Io, per sicurezza, scrivo tutto in un nuovo messaggio e lo invio. Chiusa la comunicazione, penso a chi può aver organizzato un negozio in cui l’amministrazione, la vendita e la spedizione sono settori che non parlano tra loro.

Più tardi, la sera stessa, PayPal mi comunica che il denaro è stato rimborsato e la contestazione chiusa automaticamente.
Nemmeno su eBay ho mai conosciuto un simile dilettantismo.

Così finì l’acquisto numero due.

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