figura sfocata di donna

Arrivederci

E alla fine mi dispiace. Per lei.
Perché non ha saputo affrontare il problema; perché ha voluto fuggire ancora una volta piuttosto che ammettere (anche a se stessa) di aver commesso degli errori. Perché ha scelto di cancellare un’amicizia per ottuso orgoglio.

Davvero mi dispiace per lei. Io ho sofferto, ma conservo anche i momenti belli. Non provo sentimenti d’odio. Un grande dispiacere, per ciò che avrebbe potuto essere, non è stato e non sarà mai.
Provo disprezzo, questo sì. Disprezzo per il suo comportamento privo di rispetto per chi ha pur sempre dedicato due anni alla realizzazione del “suo” progetto. Da parte mia, so di aver fatto il possibile, in buona fede, per non demolire quanto costruito. Non ho nulla di cui vergognarmi o rimproverarmi.

Le ho chiesto spiegazioni per essere stato allontanato, escluso, alla prima occasione, dalle attività della compagnia. Ero pronto ad accettare qualunque motivo, ma non ha voluto parlare. Rifiuti, fughe e offese gratuite che poco di addicono a persone adulte.
Non una parola, una sola.
Fossi stato un altro, l’avrei lasciata prima degli ultimi spettacoli. Sono rimasto per onorare la parola data. Le ho parlato in modo chiaro e sincero di quello che stava facendo, del male che mi provocava. Mi sono reso vulnerabile per salvare almeno l’amicizia. Ho accolto le sue menzogne, fingendo di crederle, concedendole una ultima immeritata possibilità.
Ha tradito la sua stessa parola un’altra volta.

Vuole i costumi che ho a casa mia, ma continua a trattarmi come un appestato, rifiutandosi perfino di parlare al telefono. Dovrei rispondere obbedendo ai suoi messaggi dopo le sue risposte “non ho tempo né voglia” ai miei tentativi di accordarmi per la restituzione? Si fotta.

“Visto che la metti così puoi tenerti i costumi per ricordo. Saluti e tanti auguri per tutto.”
Ovviamente non “la metto” in nessun modo.
Pretendo di essere trattato da persona. Col minimo di educazione che offrirebbe ad un estraneo.
Sono bastate ventiquattr’ore perché chiudesse la faccenda in questo modo patetico. Doveva avere una paura folle a parlare con me. Meglio così, è finita.

Per me è tutto fermo alla vigilia di Natale, quando ha rifiutato di rispondermi al telefono. Mi restano alcuni costumi, i radiomicrofoni ed altre quisquilie. Se vuole recuperarli, mi può telefonare. Ai messaggi non risponderò.

***

Qualcosa mi si è subito sbloccato dentro. Chiuso il capitolo, chiuso il libro, sono libero di cominciare il prossimo.
Mi prendo un po’ di pausa, poi non avrò difficoltà a trovare posto in un’altra compagnia.

So tenermi gli amici e so farmene di nuovi. Con lei, mi libero di una persona che deve ancora crescere dal punto di vista umano. Dovrebbe imparare a provare sentimenti. Non è così male. Magari troverebbe più facile convivere con altri esseri umani.
E siccome sono un uomo generoso, non le dico addio, ma arrivederci.

Nella stessa serie<< SuamaestàI fili e i Mastodonti >>

2 commenti su “Arrivederci”

Lascia un commento

Torna in alto