
Post di Roberto Saviano
Capisco Ghali. Lo capisco. Trovarsi vicinissimo a un politico che con le sue parole e con le sue azioni ha letteralmente rovinato la vita a migliaia di persone… pensare che la tua famiglia e chi ha le tue stesse origini, ma non il tuo talento, da anni è oggetto di discriminazione, è bersaglio di letame mediatico vomitato sui social da una comunicazione politica disumana, falsa, interessata e costruita ad arte contro i migranti, da anni obiettivo primo di centinaia di post razzisti (molti sponsorizzati) in cui vengono definiti delinquenti, depravati, malati, tossici… E tutto al solo fine di far crescere la Lega nei sondaggi, di compattare un elettorato attorno al sentimento più vile: l’odio per i migranti.
Lo capisco, Ghali. E non sarò tra quelli che scriveranno: lo capisco, ma non lo giustifico… No, io Ghali lo capisco e lo giustifico. Perché le vere parole d’odio sono quelle che rovinano la vita alle persone e per le quali chi le pronuncia non deve mai rendere conto.
Ghali risponde delle sue parole, Salvini no, non risponde mai delle sue parole d’odio e dell’aver – con i decreti sicurezza – distrutto l’accoglienza territoriale in Italia.
Capisco Ghali che ha avuto una risposta emotiva quando ha visto Salvini esultare per il gol (che poi si rivelerà essere un autogol dell’Inter) di Tomori, giocatore canadese figlio di immigrati nigeriani. Gli stessi immigrati che non esita, Salvini, a definire criminali, invasori, spacciatori se solo si affacciano sulle nostre coste. Ghali ha sentito ipocrisia e l’ha gridato!
Salvini, nascondendosi dietro i selfie con donne o uomini africani, esultando per la medaglia o il gol di un atleta afrodiscendente, gioca su un’ambiguità che gli permette di mostrarsi amico “dei neri giusti” e nemico “solo dei criminali”. È un trucco che serve a spargere letame, menzogne e bugie su chi è disperato. Questa è le prassi di tutte le destre populiste e xenofobe.
Io Ghali lo capisco e lo ringrazio per aver avuto il coraggio di chiamare Salvini col suo nome: razzista. Minacciano querele e poi querelano per intimidire, ma quando inizieranno a rispondere anche loro delle parole che pronunciano e delle azioni politiche che compiono?