Momenti difficili di una persona non facile

L’avevo incontrata per caso di ritorno da un viaggio. Non la vedevo da qualche anno ma, benché il suo comportamento fosse sempre stata un po’ “fuori registro”, per così dire, Georgiana mi aveva lasciato, durante quei pochi istanti un’impressione assai strana. Come se le fosse accaduto qualcosa che l’avesse turbata.

Quando la conoscevi, Georgiana, ti colpiva l’atteggiamento disinibito e apertamente provocante. Ma era una sensualità dietro la quale traspariva subito una grande fragilità. Un po’ artista, intelligente, ma assolutamente bisbetica e spesso aggressiva o addirittura intrattabile. Una testa di cazzo assoluta, ma per cui provavi pena.

Quell’incontro casuale avvenne all’inizio di novembre di sei anni fa. Era tornata dalla Germania alla fine dell’estate ma la si incontrava raramente in giro. E quando la incontravi, parlava pochissimo, salutava a stento. Sembrava spenta. Pochi giorni dopo, passando in negozio da Annie finiamo a parlare di quell’incontro. Le chiedo se avesse notizie e lei mi racconta una storia sconcertante.

Georgiana stava tornando a casa dal suo soggiorno-studio all’estero. Era arrivata a Mantova in tarda serata e poco prima di mezzanotte suona il campanello. A quel punto scopre di non poter entrare. Sua madre e il nuovo compagno di lei non intendono aprirle la porta. Il motivo non lo conosco né ricordo di averlo mai conosciuto.
Georgiana, immagino fosse stanca e disperata, telefona quindi a sua sorella per chiederle aiuto. Insieme riescono a trovare una sistemazione per la notte in un hotel. Al mattino dopo Georgiana si sposta in treno a Verona. Qui ha ancora qualche conoscente e qualche amico. Quelli che non l’hanno ancora mandata a quel paese. Chiede aiuto ad Annie, che però non può fare altro che offrirle un lettino nel retro del negozietto per dormire qualche ora durante il giorno.
Le notti, invece, Georgiana le deve passare girando per la città. E va così finché conosce un camionista che le offre ospitalità nel suo appartamento, che per la maggior parte del tempo è vuoto a causa del suo lavoro.

Questa sistemazione dure pochissimo. A casa di Piero (non è il nome vero, ma lo chiameremo così), senza controllo, Georgiana passa il tempo parlando al telefono con cartomanti e astrologi. Quando arriva una bolletta da oltre un milione di lire, lei è la prima a vederla e non trova di meglio che raccogliere le sue cose e sparire dalla circolazione.

Passa i giorni successivi ancora a vagabondare finché trova di nuovo ospitalità da un ragazzo che la tratta bene. La storia prosegue con la notizia improvvisa di sua madre ricoverata in fin di vita per un aneurisma cerebrale. La situazione clinica nel corso dei giorni va migliorando e in ospedale, Georgiana può finalmente ristabilire un rapporto con lei.

***

Ecco la storia di sei anni fa, che sembra finta. Qualche tempo dopo, anche grazie a qualche aiuto – anche economico – ha potuto continuare l’università, laurearsi in lingue e ottenere un inspiegabile dottorato in economia, materia di cui non sapeva assolutamente nulla.
Lei non ha mai mostrato la minima gratitudine e ha continuato a trattare gli altri con una certa arroganza, con indifferenza e con meschinità: se ricevevi una sua telefonata era solo perché aveva bisogno di qualcosa. Così, lentamente ma inesorabilmente, tutti le hanno voltato le spalle – compreso io – a causa del suo comportamento.

Non ho più saputo nulla di Georgiana fino a un episodio che risale alla scorsa primavera.
Quando Fabio ci ha lasciati, un anno e mezzo fa, tutti noi amici abbiamo cercato di raggiungere chiunque lo avesse conosciuto per dare la triste notizia. Ci siamo ricordati di Georgiana, ma nessuno aveva idea di come contattarla.
Dopo parecchi mesi è lei a chiamarmi: quando rispondo a quel numero sconosciuto mi sento piovere addosso solo rabbia e insulti per non averla avvisata. A nulla è servito spiegarle come fossero andate le cose, però è stato evidente che se nessuno ha conservati il suo numero, c’è un motivo.

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