Putin come Ceausescu. Lo spero.
Due giorni di guerra. I militari “figli di Putin” non hanno ancora il controllo di nessuna città importante.
Le proteste popolari in Russia persistono, nonostante la repressione, la propaganda, la censura del dittatore. È difficile che abbiano un esito rilevante: il regime mafioso del dittatore russo completerà la repressione senza contraccolpi.
La Novaya Gazeta, il giornale – russo – di Anna Politkovskaya, giornalista assassinata da Putin per aver scritto la verità, oggi è uscita in Russia denunciando l’aggressione militare con una edizione bilingue: in russo e in ucraino. Smentisce così le menzogne del dittatore che vorrebbe negare l’esistenza stessa del popolo e della cultura ucraina per alimentare le proprie ambizioni di annessione.
Il tempo è un fattore a favore dell’Ucraina e della giustizia internazionale. Per ora.
Sul lungo periodo, solo il sostegno internazionale potrà proteggere il Paese aggredito.
Però alla fine della strada, per ogni dittatore, c’è quasi sempre lo stesso esito. E ogni giorno avvicina Putin alla morte violenta che si è guadagnato con i suoi crimini: quella di Ceausescu, di Gheddafi e di Saddam Hussein.
Io confermo quanto ho scritto la settimana scorsa su Facebook: Putin deve morire. È la soluzione più umana a questa crisi.
Nel frattempo, vale la pena ricordare che Meloni, Berlusconi e Salvini sono da sempre sostenitori del criminale russo e della sua politica mafiosa, violenta e sanguinaria. L’ipocrisia di questi giorni non deve far dimenticare che la destra italiana è apertamente razzista e complice della deriva nazifascista in Europa. Se oggi lo negano, fino a ieri se ne sono perfino vantati senza alcuna vergogna.

