Dopo l’evasione da quello strano colloquio di lavoro, il programma della giornata prevedeva un rapido ritorno a casa, il cambio d’abito per indossare vestiti da lavoro e poi il recarsi al cantiere di scavo dopo un pasto leggero.
Sono arrivato sul posto quando gli altri archeologi avevano appena finito la pausa pranzo e stavano prendendo il caffè. Erano le due e mezza. Ho salutato chi c’era l’anno scorso e fatto conoscenza con gli studenti nuovi.
Quando ho dato un’occhiata sull’area della trincea aperta ho visto il pezzo forte di quest’anno. Sul limite dello scavo, quasi sul fondo di una fossa di scarico che abbiamo svuotato parzialmente un anno fa, c’è un “coso” vagamente sferico e molto chiaro. Mi sembrava che fosse… non poteva essere, non lì sotto… eppure… è proprio un cranio umano. Quella che emerge è la parte posteriore. Ha la faccia sotto. È la prima volta che mi trovo di fronte a resti umani durante uno scavo archeologico. Cioè, ho visto qualche frammento d’osso, alcuni denti, ma questo…
Accanto al reperto eccezionale, sembrano esserci altre ossa. Lavoriamo piano e con attenzione per pulire l’area circostante. Verso la fine della giornata si cominciano a mettere in luce anche quelle. Ci rendiamo conto che potrebbe essere uno scheletro completo. Come si usa in questi casi, gli è stato dato un nome. Si chiama Caàrlo, con l’accento sulla seconda “a”. Non è ancora tutto chiaramente visibile, ma pare che questo essere umano sia stato deposto in posizione prona, perfettamente dritto. Cosa in verità alquanto strana. Per di più intorno non c’è traccia di corredo funebre.
Continuo a pensarci, mentre scavo la mia triste buca di palo, controllo la stratigrafia e riporto i dati descrittivi sulle schede delle unità stratigrafiche quattrocentoventotto e quattrocentoventinove. Una è il riempimento, l’altra il taglio. Il torbido erotismo dell’archeologia.
Torno a casa, doccia veloce ed esco a prendere del pane ché sono senza. Trovo il doppio disco con Dracula della PFM, l’opera che domani sarà in Arena. E io ho i biglietti. In serata ne ascolto il primo atto. Mi piace subito, al primo ascolto. Preparo una copia in formato mp3 per ascoltarlo in macchina domani mattina, mentre starò tornando da Caàrlo.

Ciao, mi hai fatto tornare in mente quando all’università andavo a lezione di antropologia… mai visti tanti crani così diversi tra loro tutti insieme. A dire la verità quelli originali all’inizio mi facevano un pò effetto!!!